Payden & Rygel - Obbligazionario: ottime prospettive, ma attenzione alla diversifcazione
- di: Antonella Manganelli, AD di Payden & Rygel Italia
Nel corso dell’ultima riunione di giugno, la Banca Centrale Europea è stata molto attenta a non prendere alcun impegno preliminare sulle future decisioni di politica monetaria, ribadendo la dipendenza dai dati per le sue prossime mosse, ma il messaggio è stato chiaro: è probabile che i tassi rimangano in zona restrittiva per qualche tempo. I picchi raggiunti negli ultimi anni sono ormai un ricordo: le politiche monetarie restrittive delle principali Banche Centrali (insieme a una normalizzazione dei vincoli di offerta legati all'era pandemica) hanno contribuito a far scendere l'inflazione, riportandola verso i livelli target, ma i tassi restano al di sopra degli obiettivi previsti in molti Paesi, con varie componenti che si sono rivelate più resilienti del previsto. Un fenomeno riconducibile a diversi fattori, quali la tenuta del mercato del lavoro, la forte crescita dei redditi a sostegno dei consumi e la minor sensibilità delle economie a politiche monetarie più restrittive. Nel complesso, la tendenza verso la disinflazione sembra ben avviata ma è ancora presto per rivendicare la vittoria sull'inflazione.
Le nostre prospettive sugli investimenti obbligazionari sono piuttosto ottimistiche: non vediamo segnali di un rallentamento macroeconomico importante e ci aspettiamo una crescita a livelli pari o appena inferiori al trend, sia quest'anno che il prossimo. Con un'economia più solida e un'inflazione in calo, gli "asset di rischio" più legati all'andamento dell'economia, come i titoli corporate, high yield, dei mercati emergenti e cartolarizzati, hanno registrato buone performance, tuttavia con valutazioni poco attraenti. Nel complesso questi comparti rimangono comunque interessanti, ma con un approccio attivo, un'ottima diversificazione e un'attenzione particolare ai titoli liquidi e di alta qualità.
Le obbligazioni high yield sono un investimento ideale se si guarda al lungo termine: la maggior parte del rendimento è generato dalla cedola che, essendo relativamente alta, è spesso in grado di assorbire eventuali svalutazioni in conto capitale durante fasi ribassiste dei mercati. Di media, 7 anni su 10, l'high yield riesce a portare performance totali positive con una volatilità inferiore a quella delle azioni. Inoltre, anche nell'attuale scenario di breve termine, non mancano i fattori positivi a sostegno di questo segmento: le società hanno fondamentali solidi, sostenuti da condizioni macroeconomiche favorevoli, e la domanda per questo tipo di emissioni è molto più alta dell'offerta disponibile sul mercato, il che sostiene le valutazioni. Per questo motivo riteniamo che nel corso dell'anno, i rendimenti dell'asset class si attesteranno intorno al 5-7% in dollari. Gli investitori con orizzonti temporali più brevi ed esigenze di liquidità più elevate potrebbero propendere per i titoli societari investment grade, ma con l'attuale situazione economica globale è preferibile un'esposizione sul fronte del credito piuttosto che su quello degli interessi, rispetto ai quali il rischio delle obbligazioni investment grade è più elevato.
Ad oggi, le migliori opportunità di obbligazioni ad alto rendimento si trovano sia nelle emissioni europee che negli emittenti societari dei mercati emergenti, in particolare dove le Banche Centrali sono di supporto e i bilanci societari sono sani. A livello settoriale, i titoli finanziari e, in particolare, i titoli subordinati di alcune delle istituzioni più solide a livello sistemico, offrono valutazioni interessanti rispetto ad altri emittenti. Riguardo ai titoli di Stato, le sorprese al rialzo dell’economia e dell’inflazione, rispetto alle aspettative degli investitori dall’inizio dell’anno, hanno portato a un significativo aggiustamento delle stime del mercato rispetto alle prossime mosse delle Banche Centrali. In particolare, gli investitori hanno ridotto il numero di tagli dei tassi previsti per quest'anno e per il prossimo, provocando un aumento dei rendimenti. Questo ha causato performance negative per tutti i titoli altamente sensibili ai tassi d'interesse, come i titoli di Stato.