Opposizione sulle barricate, anzi no, in convento

- di: Andrea Colucci
 
Ne hanno già scritto in molti (ultimo e molto ironico Massimo Gramellini sul Corriere) ma l’evenienza è troppo ghiotta per non abusarne, magari sinteticamente. I prossimi diciotto e diciannove di gennaio il PD si ritirerà in conclave a Gubbio per definire agenda e priorità verso le europee che si avvicinano. Il tutto, perpetuando una tradizione che va da D’Alema a Prodi, fino, appunto a Schlein che ci ricasca.

È divertente (scoraggiante sarebbe troppo ovvio) assistere alla liturgia della “due giorni” che alimenta i riti del pensatoio: fare squadra - team building, come dicono quelli bravi - è la parola d’ordine. E visto che di liturgia si tratta, quale luogo migliore del Cappuccini Park Hotel di Gubbio, cinque stelle e spa annessa. Alla faccia del pensatoio. Una location di lusso, ammantata da un’aura religiosa: proprio una bella pensata. Un posto per pochi, un posto per eletti (…magari alle europee).

Ma i riti sono riti, appartengono alla tradizione, e così, mentre a destra si ricordano tre ragazzi caduti in una piazza, con una levata di braccia tese, a sinistra ci si riunisce menu à la carte a studiare strategie salvifiche per gli italiani che fanno più fatica. Paragone un po' azzardato, ma spiega bene che le cose stanno così da decenni e non se ne esce. A meno di cambiare la liturgia, ovviamente.

Eppure, tanto per dirne una, c’era un’occasione grande come una casa per il PD di portare i suoi quadri dirigenziali in ritiro a Taranto, vicini e contigui agli operai dell’ex Ilva che non sanno che pesci prendere per salvare il posto di lavoro e quel po' che rimane di siderurgia in Italia. Ma vuoi mettere, l’aria di Gubbio, cuore verde d’Italia. Poi, vai a sapere, se l’agenda è ben studiata, tra una strategia sulla fiscalità e la tattica sulle politiche di inclusione, ripassando il posizionamento del PSE sull’immigrazione, magari ci scappa anche un’ora per un massaggio con le pietre - stone therapy, come dicono quelli esperti.

“Berlinguer, ora più che mai, o stai con la DC, o stai con gli operai”. Così scandivano i cortei di sinistra sul finire degli anni 70’ per scongiurare l’eventualità del compromesso storico. Ora basterebbe almeno ascoltarli gli operai, portando proposte concrete e rappresentative di quella comunità, evitando, peraltro, di lasciare il campo libero a governo e sindacati, che invece molto si stanno dando da fare per appianare un quadro industriale e di governance assai complesso. Invece, l’opposizione medita asceticamente, forse in maniera frugale nella terra di San Francesco. Poi vai a sapere: magari il tagliolino al tartufo ci può scappare!
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