Murgia diventa liberista, il prossimo rave tutti a casa sua

- di: Bruno Barbetta
 
Non ho niente contro la gente che vaneggia pretendendo di spiegarci il mondo, oltretutto è pieno e mica si può rischiare continuamente la cirrosi per una pletora di inetti, purché una volta sfogati poi tornino alle gabbie da cui provengono. Purtroppo, non va mai così: forse perché si tratta della maggioranza, oppure perché preso un dito arpionano fino alla cassa toracica, continuano a starnazzare finché qualcuno ci casca, fosse pure per esaurimento. Quindi, non è  bastata la schwa, la matria, gli insulti a Giorgia Meloni lanciati in compagnia del suo compare Saviano (sotto l’egida della solita stomachevole doppia morale per la quale “non ci si sente a posto con se stessi” se non si difendono le solite note e non si fiata, secondo diktat, per tutte le altre), e spacciati per cultura ad arginare la deriva di Michela Murgia, un’altra solita nota più per la militanza che per quello che scrive, il più delle volte delle palle assurde, buone per il camino quest’inverno soprattutto in mancanza di alternative per scaldarsi, ma non si può dire perché, se non si riconosce il suo genio - secondo lei - letterario, la vestale del femminismo un tanto al chilo seppellisce il profano sotto una valanga di insulti: però i fascisti sono gli altri, ci mancherebbe, alla faccia della libera opinione.

La scrittrice difende il raduno illegale

Non paga delle perle prodotte fino ad oggi, evidentemente le mancava un’altra murgiata (caro lettore, per non scadere nella bieca volgarità di stampo machista le chiamerò così: murgiate, n.d.r.) da aggiungere alla collezione, ed è quindi venuto provvidenzialmente in suo aiuto quel capolavoro di equidistanza politica che è il programma tv Otto e mezzo, in cui la “scrittora” dice, a proposito del rave di Modena, che è più che giusto, lecito e doveroso strafarsi di santa ragione e non si tratta affatto un crimine: questo spiegherebbe molte, se non tutte le sue uscite, in effetti. E però il ragionamento si incista perfettamente nel murgiapensiero: se un’azione è criminale, è sufficiente abrogare il reato, soprattutto se lei non lo considera tale sulla base del suo codice penale personalissimo. Un clandestino sgozza un prete? Aboliamo la clandestinità. Durante un rave non autorizzato si sfondano in migliaia come se non ci fosse un domani con annessi e connessi? Liberalizziamo le droghe: nel suo manicheismo delirante, una vera casa delle libertà.

Einaudi pubblica “God save the Queer”

Del resto lei è pur sempre la simpatica umorista che, ospite dalla Bignardi, auspicava un altro po’ di Covid per circolare tranquilla in aeroporti e su strade di solito inagibili perché invase da plebei. A coronamento del delirio, il suo nuovo libro, edito da Einaudi. L’editore di Cesare Pavese, quello stesso editore che ha osato rifiutare Guido Morselli, oggi pubblica “God save the Queer”: cosa non si fa per portare a casa la pagnotta e vale per entrambi, del resto, l’onda va cavalcata. Alla terza “e” capovolta volevo andare a Torino per manifestare: come avete potuto ridurvi così? Capisco che pecunia non olet, però a tutto c’è un limite, anche se si deve dare atto che essere noti per dire banalità assurde e palesemente false è un capolavoro di astuzia, dote che evidentemente non manca all’autrice di un simile prodotto grammaticale: ”La persona credente non è un soggetto illogico che subisce l’esperienza di fede sul piano emozionale o istintivo, ma qualcunə in grado di spiegare le proprie motivazioni spirituali e che anzi deve ritenersi sempre prontə a farlo. Del resto, se quella cristiana non fosse una fede di cui si può rendere ragione, cosa la distinguerebbe dal complotto di QAnon, dai rettilian3 o da3 terrapiattist3, che sarebbero capac3 di negare la sfericità terrestre persino se Cristoforetti in persona l3 portasse tutt3 in orbita a constatarla?”. Dunque, se la si prendesse sul serio, come potrebbe non dedurne di essere effettivamente circondata da idioti? Ciao Michela, sei straordinariə.
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