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Levateglie er telefonino

- di: Barbara Leone
 
Siamo un Paese in confusione totale, e questo s’era capito da quel dì. Ma ancor più confuso appare (anche lui da quel dì) il buon Emilio Fede, che a 92 anni suonati continua ostinatamente a pubblicare video ridicoli e imbarazzanti. Per lui, e un po’ anche un po’ per noi. Perché se da una parte la sua veneranda età ci impone il rispetto dovuto, dall’altra vederlo e sentirlo blaterale le più insensate assurdità ci trasmette un esplosivo mix di pena, rabbia e incontrollabile voglia di sbeffeggiarlo senza pietà. Ce ne vergogniamo pure, sia chiaro. Ma, ahinoi, è proprio così. Qualcuno glielo dovrebbe pur dire all’ei fu direttorissimo del Tg4 che non è proprio cosa di pubblicare video sui social. Di mostrarsi, lui sì senza vergogna alcuna, in quello stato lì: con una faccia che si tiene su con lo scotch, resa ancor più impressionante da improbabili e sbilenchi primissimi piani di cui faremmo volentieri a meno. E soprattutto sul rimbambito andante con moto, che ci dispiace assai eh. Perché magari alla sua età, semmai per disgrazia dovessimo arrivarci (ma anche no, visti i tempi), è molto probabile che staremo messi pure peggio di lui in quanto a capa fresca. E però pudore vuole, vorrebbe, che se uno ha il cervello un po’ in pappa non lo mostri così sfacciatamente in pubblico.

Il video imbarazzante di Emilio Fede

L’ultimo video, poi, è l’apoteosi della poraccitudine di chi, evidentemente, cattivello e volgare lo è stato anche in gioventù. Perché è vero che in vecchiaia si pensa e si parla senza filtri, che si litiga con chiunque per ogni sciocchezza e si diventa brontoloni ai limiti dell’ostile. E sì, i vecchi a volte sono pure cattivi. Ma solo se quella cattiveria ce l’hanno in animo sin dalla gioventù. Perché diversamente si manda a quel paese, anche in malo modo. Ma certe orribili frasi se uno le dice da vecchio vuol dire che le ha pensate anche da giovane. E il sospetto è che quello di Fede sia uno di questi casi. Il casus belli è scoppiato nel giorno del funerale del suo amatissimo Silvio. Funerale al quale il povero Emilio non ha potuto presenziare. E il motivo ce lo dice proprio lui in un video-sfogo patetico, grottesco e squallido. La colpa di tutto è di “quel farabutto e mascalzone” del suo autista. Che  “non soltanto è sparito, nel momento in cui io potevo arrivare in piazza Duomo e vedere lo spettacolo dell’amore, non soltanto è sparito, ma ha fatto in modo che la mia macchina restasse bloccata, buttando via le chiavi. Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, intervenite arrestatelo!”. Poi l’acme in perfetto stile sceneggiata d’Arcore che Mario Merola levate proprio: “Ciao Presidente, hanno tentato fino all'ultimo di allontanarmi da te, ma io ci sono e ci sarò. Sono sicuro che ti raggiungerò dove sei, siamo stati troppo tempo insieme. Silvio, vengo con te, non mi mollare. Io ormai ho 92 anni, voglio raggiungerti al più presto”. Come se questa pantomima non bastasse, in tarda serata ecco che pubblica un altro video, forse il peggiore, sicuramente il più cattivo, in cui insulta e augura la peggio morte a questo disgraziato d’autista che, fossimo in lui, una grattatina ai piani bassi ce la faremmo pure. L’impressione è che il povero Emilio troppo bene non stia. E questo, umanamente parlando, dispiace. Perché nessuno dovrebbe esser ricordato così. E però il dubbio che tutto ciò sia solo il risultato di una cattivo percorso dell’anima c’è. Semenza, non demenza. Perché ognuno raccoglie ciò che semina, nel bene e nel male. Ed ognuno ha la vecchiaia che si merita. Una cosa è certa: levateje er telefonino!
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