La “Boccia” mediatica

- di: Alessandro Amati
 
In altri tempi si sarebbe chiamata la ‘bolla’ mediatica, ma forse in questo caso, è più appropriata una forzatura e chiamarla ‘Boccia’ mediatica. Che il caso della ‘Dama Bianca’ di Pompei e l’ex ministro Sangiuliano abbia tutti gli ingredienti per appassionare l’opinione pubblica, impensierire la presidente del Consiglio e allettare le opposizioni è evidente. Forse non tutti si sarebbero aspettati, però, che le rivelazioni di Maria Rosaria Boccia, abilmente centellinate fra social e interviste, e le reazioni della platea sopradetta, avrebbero monopolizzato prime pagine, talk show e social per così lungo tempo. Il caso, senza dubbio, è, oltre che avvincente, anche piuttosto grave, tanto da aver mobilitato anche la magistratura per capire  - si vedrà - se esistano profili di reato (peculato o altro). E’ una vicenda in cui si intrecciano l’uso privatistico delle istituzioni – certamente non nuovo in questo Paese -, le ombre di ricatti e millanterie, e una pruderie da sex-gate. Una storiaccia che ha preoccupato e forse continuerà ad imbarazzare la premier ma che, forse, potrebbe anche giocare mediaticamente a suo favore.

La vicenda dell’ex ministro e della sua ‘Dama Bianca’ mette in secondo piano i numerosi e difficili temi della ripresa autunnale

La monopolizzazione dell’informazione, o almeno dei suoi highlights, da parte del caso, infatti, contribuisce in qualche modo a sopire, almeno finché il tema sarà caldo, le numerose questioni sul tappeto del governo. Questioni di cui proviamo a fare un elenco, non esaustivo ma limitato alle più importanti, e che pesano molto sulla ripresa autunnale. Innnazitutto la legge di bilancio con le nuove regole del patto di stabilità europeo; la posizione rispetto nuove eventuali richieste di Zelensky su forniture di armi; la possibilità, già osteggiata dal gruppo socialista di Bruxelles, di ottenere una vicepresidenza esecutiva della commissione Ue per Raffaele Fitto; gli appetiti dei partner sul nuovo Cda della Rai; la questione sollevata da Tajani sullo Ius Scholae (a proposito, è passata finora inosservata la raccolta di firme di Più Europa per un referendum che porti da 10 a 5 gli anni di ‘residenza legale’ in Italia per ottenere la cittadinanza); il referendum sull’autonomia differenziata; quello sul jobs act; le elezioni regionali con l’indecisione sul candidato (o candidata) per la Liguria; l’intollerabile e barbaro sovraffollamento delle carceri; la possibile esplosione delle vicende giudiziarie della ministra Santanché. Tutte questioni che possono provocare tensioni e sfilacciamenti nel governo. 
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