Il mercato obbligazionario nel 2024: tendenze globali e strategie di investimento

- di: Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di BANOR
 
L'inizio del 2024 si è rivelato impegnativo per il mercato dei titoli governativi, a dispetto di due mesi record alla fine del 2023. Nonostante ciò, i prodotti a spread, inclusi i BTP italiani, hanno beneficiato di una riduzione ulteriore degli spread, mostrando perdite più contenute. In questo scenario, gli unici prodotti che hanno registrato performance positive sono quelli ad alto rendimento, come i titoli subordinati bancari AT1 e gli high yield.

Le ragioni dietro questa presa di profitto si collegano in gran parte alle aspettative riguardo alle mosse delle Banche Centrali. A inizio anno, il mercato prevedeva già un primo taglio dei tassi da parte della BCE in primavera, seguito da ulteriori riduzioni che avrebbero portato i tassi ufficiali al 2,25% entro fine anno. Oggi le aspettative si sono spostate verso tagli più tardivi, con previsioni di un tasso poco sotto il 3% a dicembre.

Questa revisione delle aspettative non è limitata all'area Euro, ma è un fenomeno globale. Inizialmente si riteneva che la Fed avrebbe proceduto a cinque o sei riduzioni dei tassi, totalizzando un calo dell'1,5% entro dicembre. Ora le stime si sono ridotte a tre o quattro tagli al massimo. Le Banche Centrali spiegano che, in assenza di segni concreti di recessione e con un mercato del lavoro ancora forte, un allentamento prematuro della politica monetaria potrebbe riaccendere le pressioni inflazionistiche.

Per gli investitori obbligazionari, il contesto attuale non dovrebbe essere fonte di eccessiva preoccupazione. Nonostante la volatilità degli ultimi mesi, il cambiamento profondo del mercato negli ultimi due anni ha reso le obbligazioni, anche quelle ad alto rating, strumenti con rendimenti nominali e reali positivi, capaci di competere con l'inflazione. Questo contesto, che non si vedeva da tempo, suggerisce che mantenere i propri investimenti, per lo più in strumenti con durata corta e rischio di credito modesto, è preferibile al mantenimento del contante.

La corsa al ribasso degli spread e il successo delle emissioni corporate continuano, ma con una nota di cautela verso un eccessivo ottimismo del mercato. Di conseguenza, si raccomanda di elevare progressivamente il rating medio del portafoglio, spostandosi verso emittenti più solidi e riducendo l'esposizione verso quelli più rischiosi.

La fiducia rimane alta nel settore bancario e nei titoli subordinati, grazie al rafforzamento del capitale regolamentare delle banche nell'ultimo decennio. Tuttavia, è consigliabile un approccio cauto verso emittenti più piccoli ed esposti a rischi di concentrazione eccessivi.

Infine, sebbene il settore immobiliare abbia offerto soddisfazioni negli ultimi mesi, si osserva una diminuzione dell'euforia, soprattutto per gli immobili ad uso ufficio, colpiti dai cambiamenti nei tassi di interesse e dall'adozione dello smart working. Di conseguenza, si consiglia una riduzione dell'esposizione a questo segmento, privilegiando investimenti più sicuri.

In conclusione, nonostante un periodo di volatilità previsto per il credito, il contesto rimane favorevole per gli investitori a medio termine, con possibilità di cogliere buone opportunità di investimento in un ambiente di tassi competitivi rispetto all'inflazione.
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