I neuroni di Fedez? Non l’hanno mai trovati
- di: Barbara Leone
Signori si nasce. E Pietro Orlandi lo nacque. Avrebbe potuto sparare a zero contro quel mononeurone di Fedez, che durante una diretta radio si è sbellicato dalle risate parlando del caso Emanuela Orlandi, e invece lo ha elegantemente gelato con la signorilità che da sempre lo contraddistingue. Ma veniamo ai fatti. Tutto è successo durante una puntata di “Muschio Selvaggio”, il podcast condotto dal rappper insieme a tale Luis Sal, classificato come celebrità su internet. E qui sì che ci sarebbe da ridere. Ma tant’è, in studio c’era anche il conduttore di “Quarto grado” Gianluigi Nuzzi che parlava della serie Netflix “Vatican Girl” e, appunto, della scomparsa di Emanuela Orlandi. Pensando forse di fare lo spiritoso sul concetto di spoiler, quando Luis Sal chiede a Fedez “cosa è successo?” lui seraficamente risponde: “innanzitutto possiamo dire? Non l’hanno mai trovata”. E inizia a ridere. Ma ride forte a quattro ganasce, ride moltissimo, quasi con le lacrime agli occhi tra l’imbarazzo degli altri due. Con Nuzzi che cerca di metterci una pezza: “questo è black humor”. Ma il bimbominkia niente. Non capisce, non ci arriva proprio e continua imperterrito: “comunque la stanno ancora cercando”. Non contento, quando viene commentata la frase che Papa Francesco disse al fratello Pietro, ovvero “Emanuela è in cielo”, lui che fa? Se ne esce con un’altra squallidissima battuta: “forse fa la pilota”. Manco a dirlo, il video di questo aulico momento d’altissima radio ha fatto il giro del web in un battibaleno, ed ovviamente sono arrivate una valanghe di critiche social. Che, per una volta, erano decisamente ben motivate. Perché non si può sempre buttare tutto in caciara, come si dice a Roma.
Fedez, la battuta su Emanuela Orlandi con risata sfrenata
E fare sempre, perennemente ed indistintamente i pagliacci. Ma con le tragedie degli altri. Perché quando è stato male, sbandierandolo peraltro in ogni dove, il ragazzotto non rideva manco per niente. Ed è giusto così. Su certi argomenti non c’è un fico secco da ridere o fare becera ironia da quattro soldi. Che poi nel caso di Fedez i soldi sono ben più di quattro. Hanno stufato. Lo possiamo dire? Ha stufato lui, ha stufato la mugliera e pure i pargoli, che praticamente in fasce già venivano trattati da grandi star. Raga è Fedez, scrivono i soliti difensori delle cause perse sui giornaloni altisonanti. E’ il frutto di questi tempi perennemente schiacciati sull’adolescenza, dicono i radical chic. E invece no. Non è sempre colpa dei tempi, della società, dei governanti cattivoni o degli adulti distratti. Anche perché, per la cronaca, Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez, di anni ne ha 33. Quelli di Cristo quando è morto in croce. Noi in croce non lo vogliamo mettere a questo povero, si fa per dire, figlio del nostro tempo. Che è sì malato ed arido. Ma che per fortuna partorisce anche tanti e tanti ragazzi ben dotati di neuroni che non campano sul nulla cosmico come certi personaggetti insulsi, e che sicuramente non riderebbero mai di una ragazza strappata alla sua famiglia senza un perché. E senza che nessuno di quelli che sanno, e ce ne sono tanti, si sia degnato mai (magari anche in punto di morte) di dire la verità. Certo, ha ragione Pietro quando dice che in tanti anni ha dovuto subire “comportamenti in malafede e cattivi ben peggiori di una risata non nata sicuramente con la volontà di offendere o mancare di rispetto”. E che “in questa vicenda che dura da quarant’anni vi siano atteggiamenti molto più gravi da parte di intere istituzioni che dovrebbero far indignare molto di più di una, seppur fuori luogo, risata”. Infatti non ci indigniamo tanto per Fedez, che si commenta e squalifica da solo. Quanto per tutti quelli che continuano ad assurgerlo a modello di generosità, talento e successo. Perché la generosità non la si ostenta ai quattro venti, il talento non è rappare o postare video sui social ed il successo è saper collegare i neuroni. Se ci sono.