Fincantieri, ok dal Parlamento alla realizzazione del terzo sottomarino per la Marina Militare

- di: Barbara Leone
 
Via libera del Parlamento alla costruzione del terzo sottomarino di nuova generazione relativo al programma U212NFS (Near Future Submarine) della Marina Militare e assegnato a Fincantieri. Il programma, che ora proseguirà il consueto iter amministrativo e che comprende due battelli contrattualizzati nel 2021, prevede anche il relativo in service support e la realizzazione del Training Center. Il tutto è gestito da OCCAR (Organisation Conjointe de Coopération en matière d’Armement, l’organizzazione internazionale di cooperazione per gli armamenti).

Fincantieri, ok dal Parlamento alla realizzazione del terzo sottomarino per la Marina Militare

“Il programma NFS ci vede ricoprire sia il ruolo di design authority che quello di prime contractor e il suo prosieguo rappresenta un'importante conferma delle leadership tecnologiche e gestionali di Fincantieri, in piena continuità con quanto delineato dai capisaldi del nostro piano industriale - ha commentato Pierroberto Folgiero, Amministratore delegato di Fincantieri -. Il sottomarino è un asset strategico-industriale unico nel suo genere, che riassume i più alti standard che la cantieristica navale può esprimere e che afferisce la subacquea, un comparto in cui si giocheranno partite fondamentali anche grazie alla nostra visione del futuro”.

I primi due battelli saranno consegnati nel 2027 e nel 2029, con il taglio lamiera della seconda unità previsto per il prossimo sei giugno. I sottomarini U212NFS saranno altamente innovativi, con significative modifiche progettuali tutte sviluppate autonomamente da parte di Fincantieri in accordo ai requisiti della Marina Militare. Il programma risponde alla necessità di garantire adeguate capacità disorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore underwater e l’approssimarsi del termine della vita operativa delle 4 unità della classe “Sauro” attualmente in servizio. Serve inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato da Fincantieri e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, maggiori realtà industriali e piccole e medie imprese del comparto, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale.

I compiti che i sottomarini svolgono quotidianamente a favore della collettività sono molteplici, soddisfacendo la tutela degli interessi nazionali e la difesa collettiva nell’ambito delle più importanti alleanze alle quali il Paese partecipa, Nato e Ue: alle missioni prettamente militari si vanno ad aggiungere quelle inerenti la libertà di navigazione, l’antipirateria, la sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico e flusso dati (in virtù delle risorse dei fondali e delle infrastrutture subacquee presenti), il rispetto del diritto internazionale, la lotta al terrorismo, la tutela delle frontiere esterne, la salvaguardia delle infrastrutture marittime, incluse quelle vitali off-shore e subacquee, e non ultimo la salvaguardia degli ecosistemi marini.

Fincantieri è uno dei principali complessi cantieristici al mondo
, l’unico attivo in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia. È leader nella realizzazione e trasformazione di unità da crociera, militari e offshore nei comparti oil & gas ed eolico, oltre che nella produzione di sistemi e componenti, nell’offerta di servizi post-vendita e nelle soluzioni di arredamento navale. Grazie alle capacità sviluppate nella gestione di progetti complessi il Gruppo vanta referenze di eccellenza nelle infrastrutture, ed è operatore di riferimento nel digitale e nella cybersecurity, nell’elettronica e sistemistica avanzata. Con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, Fincantieri mantiene il proprio know-how e i centri direzionali in Italia, dove impiega 10.000 dipendenti e attiva circa 90.000 posti di lavoro, che raddoppiano su scala mondiale in virtù di una rete produttiva di 18 stabilimenti in quattro continenti e quasi 21.000 lavoratori diretti.

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