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Fedez e Rocco fanno a gara a chi ce l’ha più piccolo (il cervello)

- di: Barbara Bizzarri
 
Dissing a tutto veleno tra Fedez e Rocco Siffredi: tradotto, volano gli stracci tra il rapper (?) e l’attore (?) ognuno preso a dare del pulciaro (non c’è nulla, linguisticamente parlando, di cinico ed efficace come il dialetto romanesco) all’altro. Fedez, troppo impegnato, da bravo nouveau riche, a mostrare i suoi gingilli urbi et orbi da un social allo streaming, l’altro che più o meno giustamente si altera perché a tanto sfoggio non corrisponde un’adeguata generosità d’animo, ovvero eleganza, ovvero saper stare al mondo. 

La prima sensazione generale che certa gente si perda e sguazzi in un bicchiere d’acqua, la seconda che la vera ricchezza, come diceva Cicerone, sono i libri, se ad avere qualche soldo ci si riduce a battibeccare in piazza (mediatica) come due stracciarole a Campo de’ Fiori.  La querelle inizia con Fedez che ai microfoni del suo podcast Muschio Selvaggio è tutto un ‘madamina il catalogo è questo’ però a rovescio, ed enumera al completo i cattivoni che non vogliono essere suoi ospiti, tra cui Rocco Siffredi, da tempo trasferito in Ungheria e assente, come spiega al webzine Mow Magazine, perché “«voleva gli sghei e a Muschio di sghei non ne diamo». Giusto, detto da uno che fa l’elemosina con i soldi degli altri

Fedez contro Rocco Siffredi

A questo punto e per par condicio, Mow interpella pure ‘l’iconico’ Rocco Siffredi, che conferma, ma puntualizza: «Fedez ha detto la verità. Lui si fa ospitare dappertutto gratis ma a me chiedeva mi pagassi pure l’aereo. Ma se ne vada dove dico io! Lui ovunque si trova vuole l’ospitalità e ville da 100mila euro al mese. Ma gratis. Lo so perché una era di un mio amico. E chiede gratis solo perché si chiama Fedez. Invece, se ti chiama lui, ti devi pagare anche l’aereo e l’hotel? Ma non era lui che qualche anno fa prendeva in giro i comunisti coi rolex? Adesso è lui che fa la figura del sinistroide arricchito che va a sbafo ovunque. Ma quando c’è da cacciare un euro…”. Touché, colpito e affondato. 

Intanto, però, mi guardo intorno, vedo la gente morta (di inflazione e carovita) e davanti al teatrino di milionari che, evidentemente, non hanno di meglio da fare, sale la voglia di allungare loro una pala e spedirli a rendersi utili, invece di ammorbarci con le loro meschinerie: pensare che stanno pure a due passi dall’Emilia Romagna. 
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