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E ora, che mangino brioches

- di: Barbara Bizzarri
 
Un messaggio. Tanto è bastato all’Inps per comunicare il benservito a milioni di famiglie che ad agosto si ritroveranno senza il necessario sostegno per vivere: la cancellazione del reddito di cittadinanza è ancora una volta strumento di lotta politica a discapito di chi, e sono tanti, troppi, muore di fame, al di là della logica implacabile della propaganda perché il reddito, al netto della corruttela e di funzionari compiacenti, era erogato a chi viveva appena un gradino più in su dei clochard: bastava possedere anche soltanto un garage e si era fuori dal novero degli aventi diritto. 
Troppo forte, del resto, la campagna denigratoria messa in moto in questi anni: chi percepiva un sostegno che in tutti gli altri Paesi esiste, però agli italiani la vita deve essere resa impossibile, si sa, era dipinto come un impostore, un delinquente, un nullafacente a spese dello Stato, lo stesso che (si) foraggia lautamente, che ha appena ripristinato i vitalizi, che spende e spande per accompagni e sostegni a finti ciechi e invalidi ancora più fasulli, che mantiene carrozzoni obsolescenti come i vari Comuni, coacervi di mogli, amanti, mariti, parenti: tutti sanno e nessuno parla, secondo la logica, qui sempre vincente, del ‘forti coi deboli e deboli coi forti’, e comunque tutto va bene pur di combattere gli odiati grillini, anche se poi si prepara un terremoto sociale di proporzioni epiche, perché tutti devono poter mangiare e aver tolto il sostegno alle fasce più disagiate della popolazione significa, di fatto, incentivare la criminalità. A breve si assisterà a un florilegio di furti, affitti non pagati, tensioni sociali e ancora più lavoro in nero per rifornire il mondo della droga e della prostituzione: forse per questo i media non fanno che proporre OnlyFans come via per uscire dalla miseria dato che, pur cianciando di ‘occupabili’, si sa bene che in Italia il lavoro non c’è, e se c’è serve la solita raccomandazione pure per lavare le scale, ma chi prende il reddito di certo non può contare sulla solita, tranquillizzante rete di parentele, amicizie e conoscenze. Non si può credere che nessuno abbia pensato alle conseguenze nefaste di questa decisione opaca, di certo poco brillante. 

A quanto pare, comunque, chissenefrega, qualcosa deve pure averla prodotta la campagna della vergogna un tanto al chilo, fatta da chi, magari, non si farebbe problemi a intascare mazzette e a deglutire gomitoli di pelo, il famoso pelo sullo stomaco. Eppure, i soldi ci sono per tutti: guerre che, secondo la nostra Costituzione, sarebbero da ripudiare, ricostruzioni (all’estero, perché L’Aquila e Amatrice possono anche muffire nell’attesa), pretese usuraie dell’Europa, ma chi ha avuto la sventura di nascere povero, e pure italiano, deve avere la compiacenza di togliersi di torno, e anche il più velocemente possibile. Sembra studiata nei minimi termini persino l’interruzione ad agosto, affinché i tanti imprenditori che fino a ieri frignavano per la carenza di personale estivo, possano contare su torme di sconfitti pagati di nuovo e finalmente 2 euro l’ora, così come accadeva “prima”, e chi parla di baratto di voti è in totale malafede: inutile fare gli ipocriti, i voti si sono sempre barattati, tra posti fissi e altre amenità, ma stavolta almeno si è evitato qualche suicidio. 

Vivo in una ridente provincia del Mezzogiorno, e le persone che conosco che prendono, o hanno preso, il reddito di cittadinanza e adesso non lo prenderanno più, sono tutto, fuorché fannulloni. Spesso sono persone disperate, che vivono per buona parte di prestiti, di favori, o con l’aiuto di qualche genitore. Gente che a oltre 50 anni vive ancora in famiglia, che ha debiti che sa che non riuscirà a pagare, che deve mantenere dei figli. Persone che non trovano lavoro, oppure gli è andata male, che lavorano nei bar di sera e il giorno sudano nei campi, però non ce la fanno lo stesso, che magari hanno lavorato da Amazon due mesi, poi altri due mesi da McDonalds o da Glovo, saltabeccando qui e là finché non gli viene un accidente che sono costretti a tenersi, perché non hanno soldi né tempo per cure e specialisti.  Si dovrebbe provare cosa significa vivere in modo disperato e augurarsi soltanto di schiattare il più presto possibile, prima di legiferare contro i poveri in modo indegno di un Paese civile: ma il giochino è riuscito fin troppo bene e l’Italia, ormai, è allo sbando da molto tempo. I veri lanzichenecchi sono questi, che perpetrano un nuovo sacco ai danni di chi non ha voce né possibilità, altro che quattro ragazzotti in treno.
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