Def: Corte Conti, necessario intervento a sostegno degli operatori economici più colpiti dalla crisi

 
A distanza di un anno dall’avvio della crisi, il quadro macroeconomico alla base delle previsioni ha forti elementi di incertezza, indotti dalla difficoltà di valutare con sufficiente approssimazione il momento in cui, con il raggiungimento di una adeguata copertura vaccinale, si potrà intraprendere un deciso percorso di recupero. 

E’ quanto si legge nella Memoria sul Documento di economia e finanza 2021, presentata oggi dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato della Repubblica e Camera dei deputati, testo nel quale convivono le necessità di intervento a sostegno degli operatori economici più colpiti dalla crisi e quelle di programmazione del futuro.

Siamo in una fase che richiederà un forte sforzo di adattamento da parte di tutti gli attori (istituzioni, imprese e cittadini), e che dovrà procedere necessariamente alla luce dell’esperienza fatta in questo anno prendendo atto delle lacune da colmare, ma anche degli aspetti positivi emersi, quali il forte impulso che le sperimentate attività a distanza hanno e potranno dare allo sviluppo dell’economia digitale, la percezione più forte e generalmente acquisita dei vantaggi di ribilanciamenti tra produzioni effettuate all’interno dei paesi e all’esterno di essi, gli impulsi alla modernizzazione dei sistemi sanitari, lo sviluppo della telemedicina e l’importanza di un efficace sistema educativo, sia come veicolo di crescita che come elemento importante per lo sviluppo sociale oltre che cognitivo. 

In un contesto così complesso, il DEF propone una politica di bilancio che, pur posticipando di un anno rispetto alla Nadef dello scorso autunno il ritorno del deficit al 3% del Pil, implica un percorso impegnativo. La sostenibilità nel medio lungo termine di un debito già molto elevato prima dello scoppio dell’emergenza, e aumentato di oltre 21 punti nell’ultimo anno, richiede infatti di intraprendere rapidamente iniziative in più terreni di azione.

Certamente il Recovery Plan rappresenta un’opportunità unica per effettuare investimenti che aumentino il potenziale di crescita del Paese; ma per raggiungere tale obiettivo sarà necessario non rinviare ancora una volta la stagione di riforme da tempo sollecitate da tutti gli osservatori internazionali, prosegue la Corte, creando un contesto più trasparente ed efficiente che permetta di rimettere in moto il Paese, attrarre imprese e capitali esteri e offrire occasioni ai giovani, dando loro opportunità di inserimento nel mondo del lavoro, in Italia.

Al tempo stesso, ammonisce la magistratura contabile, occorrerà seguire un cammino di finanza pubblica molto “stretto”. La crisi ha, infatti, evidenziato l’esigenza di aumentare strutturalmente alcune componenti della spesa sia corrente, sia in conto capitale. 

Se la sfida implicita nel DEF è quella di finanziare tali incrementi attraverso una maggiore crescita, si dovrà tuttavia fare il possibile, non appena le condizioni lo consentiranno, per affiancare all’espansione della “spesa buona” anche il contenimento (e in alcuni casi, da individuare attraverso scelte di policy, la restrizione) di quella cattiva. 

Così come si dovrà dare, come del resto il Documento prefigura, un consistente impulso alla lotta contro l’evasione fiscale per assicurare contestualmente una crescita del rapporto entrate su Pil ed una riduzione della pressione fiscale su famiglie e imprese.
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