Crolla il mercato dei veicoli trainati a marzo: -35,3%. Primo trimestre 2024 sotto anche ai livelli del 2019 (-27,9%)

- di: Unrae
 
Il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE - sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) - ha effettuato una stima del mercato dei veicoli rimorchiati per il mese di marzo 2024 verso lo stesso mese del 2023.

Rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 t:

marzo 2024 vs 2023: -35,3% (1.104 unità immatricolate verso 1.706)


Si aggrava a marzo la già significativa contrazione del mercato dei veicoli trainati, con un calo del 35,3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Le immatricolazioni mensili si sono fermate a soli 1.104 nuovi rimorchi e semirimorchi, rispetto ai 1.706 del 2023. Il dato aggregato del primo trimestre restituisce un volume di immatricolazioni pari a 3.292 unità rispetto alle 4.364 dello stesso periodo dell’anno precedente (-24,6%), evidenziando una perdita di 1.072 veicoli. Nei primi tre mesi del 2024 il mercato ha raggiunto livelli di gran lunga inferiori anche rispetto al 2019, con una flessione del 27,9% rispetto alle immatricolazioni di allora, pari a 4.567.

“È ormai evidente come il comparto stia attraversando una fase critica per la quale non si intravede un’inversione di tendenza nel breve periodo. Prevediamo infatti che la domanda di nuovi veicoli trainati continuerà a contrarsi almeno per il primo semestre del 2024”, spiega Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di UNRAE.

“Nonostante gli scoraggianti dati di mercato, i fondi stanziati dal MIT nel 2023 per gli incentivi all’acquisto di nuovi rimorchi sono terminati in pochissimi minuti in occasione del click day di marzo, segno che le aziende hanno interesse nel rinnovare i propri mezzi. Tuttavia, ciò non basta ad assicurare una concreta ripresa e, nell’auspicio che anche gli stanziamenti per l’anno corrente siano messi a disposizione in tempi rapidi, ribadiamo la richiesta di interventi strutturali che consentano agli operatori una pianificazione pluriennale degli investimenti”, continua Mastagni.

Il Coordinatore del Gruppo associativo sottolinea inoltre che: “La crescente anzianità del parco circolante è diventata una questione non più trascurabile poiché minaccia la sicurezza dei cittadini. Mantenere in circolazione veicoli trainati immatricolati oltre 17 anni fa rappresenta un pericolo costante sulle strade. Stimiamo che, ai ritmi attuali di sostituzione, le imprese italiane di trasporto merci impiegherebbero 29 anni per rinnovare completamente le proprie flotte”.

“Infine, ribadiamo ancora una volta l’urgenza di adeguare, nel corso dell’esame al Senato sul DDL Sicurezza stradale, l’art. 61 del Codice della Strada, in modo da consentire anche nel nostro Paese la circolazione di complessi veicolari lunghi 18,75 metri. Tale misura garantirebbe inferiori emissioni di CO2, ridotti livelli di congestione stradale, minore impatto sulle infrastrutture viarie e allo stesso tempo maggiore produttività e competitività all’autotrasporto”, conclude Mastagni.
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