Commento IG Italia - Aumento tassi Fed di 25 pb

- di: Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia
 
Ieri la commissione operativa della Federal Reserve, il FOMC, ha deciso di alzare i tassi di interesse di 25 punti base al nuovo range 4,50%-4,75% (livello massimo dal 2007), segnalando la possibilità di nuovi rialzi per riportare l’inflazione verso il target del 2%. La scelta di ieri di diminuire l’entità dell’aumento del costo del denaro è legata al rallentamento delle pressioni inflazionistiche. Nel 2022 la Federal Reserve aveva alzato i tassi di 425 punti base (a dicembre di mezzo punto percentuale, a novembre di 0,75 punti).

Come hanno espresso i banchieri centrali statunitensi ora le scelte dipenderanno dall’andamento dei prezzi al consumo, tenendo conto che le mosse restrittive fatte negli scorsi mesi non hanno ancora raggiunto l’economia reale. Secondo alcuni membri del FOMC il ritardo di trasmissione della politica monetaria sull’economia reale è un elemento di rischio che potrebbe indurre ad alzare eccessivamente i tassi di interesse. Per questo durante la conferenza stampa molti giornalisti hanno chiesto al presidente del Federal Reserve System se si sia discusso su una possibile pausa nel processo di aumento del costo del denaro. La comunicazione di Powell è stata molto chiara: l’atteggiamento della banca centrale rimane quello di continuare i rialzi dei tassi senza dare alcun segnale di una possibile tregua per permettere all’inflazione di tornare verso l’obiettivo del 2%.

I mercati azionari hanno reagito molto positivamente all’esito del meeting anticipando che la FED sarà sempre meno restrittiva, scontando un solo aumento del costo del denaro nei prossimi mesi. Sul mercato valutario il dollaro ha perso tanto terreno. Il cambio eurodollaro è salito al di sopra di 1,10 toccando un massimo a 1,1033 che non si registrava dal 4 aprile 2022.

Tutto, comunque, dipenderà dall’andamento delle condizioni economiche. Rispetto alle aspettative ottimistiche degli operatori di mercato la nostra view è che le pressioni inflazionistiche saranno molto persistenti. Ci aspettiamo una disinflazione, ma a un ritmo molto più lento rispetto alle attese di mercato. Al momento non abbiamo nessuna indicazione che l’indice core PCE sia su un sentiero per ritornare all’obiettivo del 2%. Riteniamo che lo scenario più probabile per la FED sia quello di alzare i tassi di interesse per altre due volte di 25 punti base nei meeting di marzo e maggio (portando i tassi al terminal rate del 5-5,25%) per poi prendersi una pausa. Crediamo che per il 2023 non ci sarà la possibilità di tagliare il costo del denaro.
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Italia Informa n° 2 - Marzo/Aprile 2024
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