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Ci mancherebbe alt(r)o!

- di: Barbara Leone
 
Altezza mezza bellezza? No grazie. Accoppiamoci coi bassi perché saranno loro a salvare il nostro pianeta. E’ questa l’ultima curiosissima tesi di una scrittrice, manco a dire che è una scienziata, pubblicata addirittura sul New York Times. La scrittrice che, ironia della sorte di cognome fa Altman, sostiene infatti che più si è bassi e più si è green. In realtà quella della Altman è, più in generale, una dissertazione (quasi un inno) sui tanti pro e pochissimi contro dell’esser diversamente alti. E guai a dire bassi! Del resto al giorno d’oggi chiamare le cose col loro nome è quasi un insulto, visto l’eccesso di politically correct che oramai regna sovrano. Chiamateli come vi pare, fatto sta che l’arguta scrittrice, dall’Altman dei suoi 152 centimetri, è più che certa del suo verdetto: chi è basso vive più a lungo ed è più ambientalista. Il motivo è presto detto: le persone formato cactus (lo scrive lei, eh) mangiano meno. E qui siamo all’apoteosi del grottesco. Perché la fame non ci pare esser direttamente proporzionale alla statura, e difatti il mondo è pieno di persone basse, pardon diversamente alte, in evidente sovrappeso. Aripardon, diversamente magre, che qui tocca stare veramente attenti a scegliere le parole.

Altman: chi è basso vive più a lungo ed è più ambientalista

E però lei è veramente convinta: meno siamo alti, e meno consumiamo. Ergo: salviamo il pianeta. Ergobis: accoppiatevi coi bassi per generare alt(r)i bassi. Per avvalorare questa quanto mai bislacca tesi, la Altman cita tale Thomas Samaras, uno che da 40 anni studia l’alta statura e che è noto in alcuni ambienti come il padrino del ShrinkThink,una filosofia in buona parte sconosciuta per cui gli individui bassi sarebbero superiori. Ebbene Samaras avrebbe calcolato che se mantenessimo le nostre proporzioni, ma fossimo più bassi di appena il 10%, nella sola America si risparmierebbero ben 87 milioni di tonnellate di cibo l’anno, senza contare i trilioni di galloni d’acqua ed i milioni di tonnellate di spazzatura. Non solo. La scrittrice la spara ancora più grossa: i bassi sono più intelligenti. Ed anche in questo caso cita una scienzahhh: la ricercatrice Nancy Blaker, che manco a dirlo viene dai Paesi Bassi, la quale avrebbe detto che gli uomini non alti, contrariamente agli stereotipi, possono compensare la loro bassa statura sviluppando attributi positivi. E fin qui va tutto bene, è un ragionamento che fila pure. “Non è questione di essere aggressivi e cattivi - prosegue Blaker -, gli uomini bassi si comportano in modo strategico e arguto e questo significa anche essere pro sociali”. In tutto questo minestrone fatto di citazioni e controcitazioni più o meno attendibili, l’unico dato certo è che la Altman va ben fiera dei suoi 152 centimetri. E siamo ben contenti per lei, ci mancherebbe alt(r)o! Ciò che stona è il perpetrare d’una tesi che ha semplicemente del ridicolo. E stona ancora di più che quest’assurda tesi venga sponsorizzata dalle colonne di un altisonante (o bassisonante) giornale americano. Perché il buon senso, almeno quello, non si misura in centimetri. Ancora. 
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