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Caro Boss, solo fischi per te

- di: Barbara Leone
 
Bruce batte Gp F1. The show must go on. Sacrosanto. Ciò che è meno sacrosanto, però, è il silenzio del Boss di fronte al disastro che ha messo in ginocchio proprio la regione che ha ospitato il suo concerto: l’Emilia-Romagna. Ok, Ferrara non è tra le zone colpite. Ma si trova ad appena un centinaio di chilometri da Cesena, Forlì, Ravenna, Faenza e tutti i luoghi travolti da quell’apocalisse che, appena poche ore prima dallo spettacolo di Bruce Springsteen, aveva procurato la morte di 14 persone. Senza parlare dei quindicimila e passa sfollati che in un attimo si son ritrovati senza nulla. The show must go on non l’hanno pensato al Gran Premio di Imola, che giustamente è stato rimandato. Non l’ha pensato l’organizzazione dell’attesissimo concerto del Boss e ci sta. Ci sta pure, perché all’evento avevano lavorato in tanti ed in tanti avevano acquistato i biglietti. Facciamo che va bene anche se, in tutta onestà, non è apparso esattamente opportuno decidere di fare ugualmente il concerto. Anche perché le Forze dell’Ordine, la Protezione civile e tutto l’apparato di personale della sicurezza impiegato per quest’improrogabile concerto magari poteva servire per spalare il fango. Stiamo parlando di 900 addetti per la sicurezza, fra cui 200 delle Forze dell’ordine tra polizia, Guardia di Finanza e Vigili urbani, 150 volontari della Protezione civile e 62 operatori sanitari del 118. Mica quisquilie. Così, giusto per dire.

Polemica sul concerto di Bruce Springsteen

E poi, disagio su disagio, già la situazione di percorribilità delle strade era quella che era. Ci mancavano pure i suoi 50mila fan a incasinare il tutto. Ma va bene. Diciamo che va bene. Ma una parola sui morti, caro  Boss dei miei stivali, una sola fottutissima parola su quest’immane tragedia ti faceva tanto fatica a dirla? Niente, zero zero carbonella. Come se nulla, a pochi chilometri da lì, fosse successo. Non dico manco di fare un minuto di silenzio. Ma una cavolo di parola ti può uscire dalla bocca o noi italiani chiedevamo troppo? Che ne so, un “mi dispiace”, un “vi sono vicino”, un banalissimo “forza Emilia Romagna”… Frasi di circostanza, certo, che però avrebbero perlomeno dato un senso ad un concerto che un senso non ha. Parafrasando Vasco. Che no. Una caduta di stile simile non l’avrebbe mai avuta. Come non l’avrebbe avuta nessuno degli artisti italiani. Chiamasi rispetto per la terra che in quel momento ti abbraccia in trepidante venerazione. Chiamasi buon senso, perché di fronte a certe tragedie manco se ti chiami Beethoven puoi far finta di nulla e andare avanti per la tua strada come se nulla fosse. Poi chissà, magari nel silenzio assordante delle sue parole avrà devoluto il suo cachet agli alluvionati. Ma questo succede solo nei film di Frank Capra. Sarai pure il Boss. Ma in quanto a stile e umanità applausi zero. Solo fischi per te.
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