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WWF: città italiane più verdi per resistere al cambiamento climatico

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
WWF: città italiane più verdi per resistere al cambiamento climatico

Il cambiamento climatico non è più una minaccia astratta: le città italiane, come quelle di tutto il mondo, ne sperimentano già gli effetti, dalle ondate di calore sempre più frequenti alle alluvioni improvvise. Per questo il WWF ha presentato un report con proposte concrete per trasformare i centri urbani in spazi più resilienti. «Adattare le città al rischio climatico non è più un’opzione, ma una necessità», si legge nel documento. Il principio è quello delle nature-based solutions: rispondere alle criticità climatiche con la forza della natura stessa, ampliando aree verdi, ridisegnando spazi pubblici e promuovendo una nuova cultura dell’abitare.

WWF: città italiane più verdi per resistere al cambiamento climatico

Tra le proposte più innovative c’è la creazione, anche in Italia, di vere e proprie National Park Cities, sul modello già sperimentato a Londra (2019), Adelaide (2021), Breda (2022) e Chattanooga (2023). Qui gli spazi verdi non sono accessori, ma parte integrante della pianificazione urbana. L’obiettivo è favorire la biodiversità, ridurre l’inquinamento atmosferico e creare zone cuscinetto contro eventi estremi. Diverse città europee, tra cui Southampton, Glasgow e Rotterdam, stanno già lavorando in questa direzione. Per l’Italia, il salto sarebbe significativo: trasformare quartieri e periferie in ecosistemi urbani più vivibili, attrattivi e competitivi.

Abitare sostenibile e inclusivo
Il WWF propone anche la realizzazione di housing sociale adattivo, cioè alloggi e quartieri progettati per integrare efficienza energetica e resilienza climatica. Non si tratta solo di edifici meno energivori, ma di veri laboratori sociali: spazi che favoriscano relazioni comunitarie, riducano i consumi e aumentino la qualità della vita. Il modello prevede un percorso partecipativo dal basso, per coinvolgere cittadini e associazioni nelle scelte progettuali. Una strategia che potrebbe anche stimolare investimenti privati, grazie a standard obbligatori e a incentivi mirati.

Le ricadute economiche
Trasformare le città per renderle “a prova di clima” non è un costo ma un investimento. Secondo stime indipendenti, ogni euro speso in infrastrutture verdi genera ritorni fino a tre volte superiori in termini di riduzione dei danni ambientali e sanitari. L’Italia, che ha già sperimentato gli effetti devastanti di eventi estremi – dalle alluvioni in Emilia-Romagna alle ondate di calore estive – rischia di pagare un conto salatissimo se non interviene in tempo. La Commissione europea calcola che, senza misure di adattamento, i danni economici legati al clima potrebbero arrivare a 190 miliardi di euro annui entro fine secolo nell’Unione.

Un percorso ancora frammentato
Nonostante l’urgenza, il processo appare disomogeneo. Alcune città italiane, come Milano e Bologna, hanno avviato piani di forestazione urbana e di riduzione delle isole di calore. Ma altrove mancano risorse, visione strategica e continuità amministrativa. Il rischio è che la transizione resti affidata a singole buone pratiche, senza un coordinamento nazionale. Da qui l’appello del WWF a Governo e istituzioni locali: servono standard comuni, investimenti mirati e un quadro normativo che renda obbligatorie alcune scelte di adattamento climatico.

Un’opportunità per il Made in Italy verde
Le proposte del WWF si collocano anche dentro un discorso più ampio sul futuro dell’economia italiana. L’edilizia sostenibile, le infrastrutture verdi, la mobilità elettrica e la gestione circolare delle risorse possono diventare settori trainanti, capaci di generare occupazione qualificata e attrarre capitali. Progetti come le Città Parco o l’housing adattivo, se sostenuti da fondi europei e da partnership pubblico-private, potrebbero trasformarsi in cantieri simbolo della nuova competitività italiana.

La sfida del prossimo decennio
Il messaggio del WWF è chiaro: la resilienza urbana non può più essere rimandata. Rendere le città italiane “a prova di clima” significa investire nel futuro dei cittadini, tutelare la salute, ridurre le disuguaglianze sociali e rafforzare la posizione del Paese nello scenario europeo. La sfida è già aperta e il tempo a disposizione è limitato. Perché ogni ondata di calore, ogni alluvione, ogni black-out energetico ricorda quanto sia fragile il nostro modello urbano. E quanto urgente sia ripensarlo.

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