L'Italia scrive una nuova pagina nel libro della viticoltura grazie all'inaugurazione del primo vigneto sperimentale ottenuto con le Tecniche di evoluzione assistita (Tea). L’annuncio arriva dall'Università di Verona, attraverso EdiVite, uno spin-off nato nel 2021 con l'obiettivo di sviluppare viti più resistenti ai patogeni. La sperimentazione, coordinata dal gruppo di genetica agraria dell’ateneo, rappresenta un importante passo avanti nell'uso delle biotecnologie in agricoltura, ponendo l'Italia all'avanguardia in questo campo. Il vigneto sperimentale si estende su 250 metri quadrati ed è situato a San Floriano in Valpolicella. Sorvegliato 24 ore su 24, ospita cinque piante di chardonnay ottenute con le Tea e altre cinque piante di controllo. L'obiettivo principale della sperimentazione è verificare la resistenza delle viti alla peronospora, un agente patogeno che ha causato ingenti danni alle vigne italiane, specie durante la vendemmia del 2023, e che continua a rappresentare una delle principali sfide per i produttori. La scelta di utilizzare le Tea risponde a una necessità crescente: trovare soluzioni più sostenibili in un contesto agricolo sempre più condizionato dalla crisi climatica.
Il primo vigneto sperimentale in Europa ottenuto con le Tea è italiano
La viticoltura infatti, pur rappresentando solo il 2% della superficie agricola europea, è responsabile del 40% dell'uso di fungicidi nel settore, rendendo urgente l'adozione di pratiche più ecologiche. La sperimentazione condotta dall'Università di Verona potrebbe quindi aprire nuove strade verso una viticoltura meno dipendente dai prodotti fitosanitari, riducendo l'impatto ambientale e contribuendo a rendere il settore più sostenibile. Un’iniziativa unica a livello italiano ed europeo e che, come sottolineato da Sara Zenoni, docente di Genetica agraria all’Università di Verona, rappresenta una “tappa fondamentale per la ricerca nell'ambito delle biotecnologie vegetali”. Soddisfatto il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che intervenendo da remoto all'inaugurazione del vigneto ha espresso il suo sostegno all'iniziativa dichiarando che il governo si batterà affinché l'Unione Europea adotti un quadro normativo adeguato alle nuove tecnologie genetiche. Attualmente, infatti, l'editing genomico è ancora soggetto alle normative sugli organismi geneticamente modificati (Ogm), il che ne limita l'uso in campo aperto e la commercializzazione.
Le Tecniche di evoluzione assistita utilizzano le biotecnologie per migliorare le caratteristiche genetiche delle piante in modo mirato e preciso. A differenza degli Ogm, che introducono geni estranei nel genoma delle piante, le Tea si basano su due approcci principali: la cisgenesi, che trasferisce geni tra organismi della stessa specie o interfertili, e il genome editing, che consente di modificare specifiche sequenze di Dna senza spostarle dalla loro posizione naturale. Queste tecniche permettono di ottenere piante più resistenti alle malattie e agli stress ambientali, senza alterare la loro natura genetica di base. L’Università di Verona è all’avanguardia in questo settore, grazie alla sua capacità di sequenziare e analizzare il genoma delle specie di interesse. Questo consente di studiare a fondo la funzione dei geni e di sviluppare nuove varietà di piante che rispondano meglio alle sfide attuali del settore agricolo. In particolare, EdiVite è la prima azienda al mondo ad aver brevettato l’applicazione dell'editing genomico dna-free sulla vite, un traguardo che potrebbe rivoluzionare il modo in cui vengono gestiti i vigneti in futuro. Il vigneto sperimentale di San Floriano rappresenta un primo, significativo passo verso un futuro in cui la viticoltura italiana potrebbe fare a meno dei prodotti chimici, grazie all'adozione di nuove tecnologie genetiche. La possibilità di coltivare viti più resistenti alle malattie, come la peronospora, senza ricorrere a trattamenti intensivi con fungicidi, non solo ridurrebbe i costi per i produttori, ma garantirebbe anche un prodotto più sano e sostenibile per i consumatori. Nel frattempo, la sperimentazione continua sotto l'occhio attento degli esperti, con l'obiettivo di verificare se le piante ottenute con le Tea mantengono le stesse caratteristiche di crescita e produzione delle piante tradizionali. Se i risultati saranno positivi, questo approccio potrebbe essere esteso ad altre colture, contribuendo a rendere l'agricoltura italiana più competitiva a livello globale e meno dipendente da input chimici esterni.