Usa: la Corte Suprema cancella il diritto di aborto e la dignità delle donne
- di: Redazione
La decisione con la quale la Corte Suprema degli Stati Uniti ha oggi ribaltato la sentenza ''Roe v. Wade'', sul diritto di aborto, oltre a fare compiere alla società americana un balzo sociale all'indietro di 50 anni, pone un serio problema istituzionale poiché mette nuovamente le sorti del Paese, in materie delicate e per questo di competenza del collegio, nelle mani di giudici dichiaratamente politicizzati che si muovono in una determinata fazione, piegandosi al gioco delle maggioranze.
Usa: l’aborto non è più diritto costituzionale
Il delicato dossier, per dirla tutta, aveva una sorte inequivocabilmente già segnata, essendone stata affidata l'istruzione a Samuel Alito, giudice ultraconservatore, che ha definito la sentenza Roe v. Wade, come "estremamente sbagliata dall'inizio", dando quindi alla corte la possibilità di confermare una legge del Mississippi che vieta tutti gli aborti nelle ultime 15 settimane, con pochissime eccezioni mediche. D'altra parte l'esito del dibattito in seno al supremo collegio era abbastanza scontato perché le spaccatura tra giudici conservatori (sei) e riformatori (tre) è stata rispettata. Nel suo parere, Alito ha scritto che la Costituzione "non conferisce il diritto all'aborto", affermando che spetta in definitiva agli Stati regolamentarne il ricorso.
"L'aborto presenta una profonda questione morale", ha scritto Alito, aggiungendo che la Costituzione ''non vieta ai cittadini di ogni Stato di regolamentare o vietare l'aborto. Roe e Casey (le due sentenze di fatto cancellate, ndr) si sono arrogate quell'autorità. La Corte annulla tali decisioni e restituisce tale autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti''. Il punto del parere di Alito che potrebbe scatenare un dibattito anche feroce, e non solo per la materia, peraltro controversa da sempre, è il fatto che la Costituzione americana, di cui la Corte suprema è considerata garante e guardiana, viene considerata intangibile, a distanza di secoli e nonostante le mutate condizioni/evoluzioni della società. È un passaggio ancora più controverso rispetto al secondo Emendamento relativo alla facoltà di avere un arma e di esibirla anche in strada e senza che ci sia una condizione di oggettivo pericolo.
Il punto, nel caso della regolamentazione dell'aborto, è che si affida la materia ad una lettera che risale a quando alle donne erano negate libertà e atti, come appunto la possibile di abortire. "La Costituzione" - ha scritto ancora Samuel Alito - "non fa alcun riferimento all'aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale, inclusa quella su cui ora si basano principalmente i difensori di Roe e Casey''. Se il principio sostenuto da Alito deve essere sempre e comunque rispettato, c'è da chiedersi quale potrebbe essere l'atteggiamento della Corte Suprema di fronte ad un evento straordinario e non contemplato dalla Costituzione, come ad esempio le problematiche legate alle procedure del fine vita magari di un alieno arrivato dalla spazio.
La protesta sta già montando negli Stati Uniti perché, da cinquant'anni, il ricorso all'aborto, come conseguenza di una decisione della donna, era entrato nel lessico quotidiano, con l'eccezione dei gruppi ultrareligiosi, che ne hanno fatto motivo di scontro. Da domani l'aborto occuperà le prime pagine di tutti i quotidiani e se ne parlerà in talk show e per strada. Ma la decisione della Corte suprema diventa anche un passepartout per gli anti-abortisti, quelli che hanno anche ucciso dei medici e dato l'assalto alle cliniche dove si praticava l'interruzione delle gravidanze. Loro, dopo la festa di queste ore, penseranno che tutto sarà permesso, perché la loro era una battaglia giusta, nonostante l'uso della violenza.