Urso tiene a battesimo il patto contro l'inflazione

- di: Redazione
 
Quali sono le voci che, insieme a quelle legate al credito bancario, incidono maggiormente sui bilanci degli italiani? 
La risposta è scontata: spesa alimentare quotidiana, bollette, carburanti. Spese che ci accompagnano pressoché nell'arco delle nostre giornate e, alla fine, centesimo più, centesimo meno, sono quelle che realmente ci preoccupano. Davanti al problema della crescita dei prezzi - quella che gli economisti chiamano inflazione - di parole ne sono state fatte molte. Almeno sino a oggi, perché in queste ore, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono arrivati i fatti. Cioè la firma di un patto contro l'inflazione, quel ''carrello'' di cui tanto si è parlato, ma che solo ora è realtà. 
Oggi, al Ministero, è stato tenuto a battesimo, dallo stesso Urso, un patto che vede l'adesione, su base volontaria, di associazioni del commercio e dell'industria, grazie al quale, a partire dal primo ottobre, sarà varato un sistema di prezzi calmierati per un intero trimestre (ottobre-dicembre), che quindi accompagnerà le famiglie italiane sino a fine anno, settimane che, per il Paese, anche le tradizioni che le accompagnano, hanno un forte valore emozionale.

Urso tiene a battesimo il patto contro l'inflazione

Il ministro Urso non ha nascosto la sua soddisfazione per questo contributo alla strategia che il governo intende varare per dare risposte concrete al costo della vita, che falcidia stipendi e pensioni. 
''Il sistema Italia unito" - ha detto il ministro - "parteciperà a questo trimestre anti inflazione per contenere i prezzi di beni a più largo consumo, non soltanto alimentari, dal primo d'ottobre al 31 dicembre e credo che questo sia un successo''- Urso ha quindi aggiunto, come a dimostrare che il patto è parte di una più vasta strategia, che sarà istituito anche "un tavolo permanente di confronto e consultazione" con gli attori della filiera produttiva e commerciale.
L'obiettivo, ha spiegato ancora, è quello di ''lavorare insieme in maniera sistemica, continuativa e strutturale, per contenere i prezzi alla produzione e quindi i prezzi al consumo. Il confronto riguarderà un paniere di prodotti di largo consumi, per i quali tutti si sono impegnati a contenere i prezzi. Ciò" - si è detto certo Urso - "darà un colpo definitivo all'inflazione".

Nel ''mirino'' del ministero e di chi ha aderito all'iniziativa ci saranno, accanto a quelli alimentari, gli altri beni di largo consumo, per evitare, ammonisce Urso, aumenti incontrollati dei prezzi, in aggiunta ad altre misure che il governo sta valutando. Come quelle che potrebbero arrivare anche suo fronte caldo delle bollette, i cui aumenti sono  ''all'attenzione del governo, così come quelli dei prezzi dei carburanti"
Su questo particolare capitolo, Urso ha annunciato una azione comune con il ministro Giorgetti e con gli altri ministri competenti ''per capire e scegliere come intervenire in modo tale che, soprattutto i ceti meno abbienti, ricevano il sostegno del sistema pubblico e quindi del governo".
Le firme in calce al ''piano'' varato dal ministro Urso ne sottolineano il valore.  
Centromarca, Federalimentare, Unionfood e IBC hanno presentato una lettera di intenti congiunta, in cui sono elencati gli impegni che intendono assumersi per combattere l'inflazione per coinvolgere tutte le realtà associate sulla necessità di applicare le singole iniziative in via generale, lasciando però alle singole associate la libertà di scelta dal punto di vista dell'equilibrio economico-finanziario.
Le associazioni hanno quindi voluto ''impegnare'' il Ministro, chiedendogli di farsi promotore di uno specifico tavolo di lavoro interministeriale sul largo consumo intorno al quale, oltre all'industria di trasformazione, siedano tutte le componenti della filiera, a partire dai fornitori di materie prime e dei servizi energetici, i rappresentanti della logistica, degli imballaggi e la distribuzione. 
In una dichiarazione congiunta, Francesco Mutti, presidente di Centromarca, e Flavio Ferretti, alla testa dell'associazione delle industrie dei beni di consumo, hanno affermato che ''la lotta all'inflazione e la tutela del potere d'acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, è una priorità per il tessuto industriale del Paese. Auspichiamo che il Mimit convochi al più presto il tavolo di lavoro, così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che generano inefficienze e quindi costi all'interno della filiera dei beni di consumo".
Da parte sua, Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, sostenendo di avere accolto con favore il ''cambio di rotta'' - pur definendolo ''tardivo''' - nella lotta all'inflazione, ha detto che "già da diciotto mesi le aziende distributive si stanno dedicando incessantemente a tutelare il potere di acquisto degli italiani, anche attraverso uno sforzo economico che ha messo sotto forte pressione la loro stessa redditività. Come settore, daremo continuità a questo impegno nell'offrire opportunità di convenienza e risparmio alle famiglie, attraverso le varie attività che saranno individuate da ciascuna impresa"
L'entusiasmo di chi ha voluto il patto non è completamente condiviso dalle associazioni dei consumatori che, come ha detto il Codacons, temono che una ''assenza di controlli'' ne vanificherà gli obiettivi. Sulla stessa ''partitura'' anche il giudizio di Assoutenti, secondo cui ''le proposte messe in campo dal Governo per far fronte alle cause reali del rialzo dei prezzi, per quanto meritorie, potrebbero non essere sufficienti ad arginare l'attuale spirale inflattiva e scongiurare il peggio", sollecitando l'istituzione di "osservatori locali in grado di rilevare rapidamente la dinamica dei prezzi al consumo su un paniere definito di beni e servizi, monitorando anche l'andamento dell'accordo antinflazione nel bacino di riferimento".
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