Unesco giovani: energie e competenze per la cultura e l’arte

- di: Francesco d'Alfonso
 

Più di trecento giovani under 35, fra cui studenti, ricercatori, artisti, professionisti e imprenditori, rappresentano l’anima dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO. Costituitasi nel 2015 come Comitato, ha ottenuto dal Direttore Generale dell’UNESCO il prestigioso riconoscimento per essere una delle migliori buone pratiche giovanili a livello mondiale; all’inizio del 2018 si è dotata quindi di un nuovo statuto, elaborando un programma di lavoro pluriennale ancora più ambizioso. L’Associazione ha una struttura centrale costituita da Board nazionale, Board esecutivo, Coordinamento Progetti Nazionali e Territoriali, e una diramazione periferica in tutte le regioni d’ Italia, suddivisa in team guidati dai rappresentanti regionali. Il presidente e co-fondatore dell’Associazione, Paolo Petrocelli, classe 1984, manager culturale e musicista, ci racconta il percorso di questa ormai grandissima organizzazione di giovani provenienti da tutto il territorio nazionale, che hanno deciso di unire le loro forze e le loro competenze per supportare la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

 Presidente Petrocelli, quali scopi ha l’Associazione?
I nostri obiettivi sono fondamentalmente tre: favorire la partecipazione, in tutta Italia, di giovani cittadini attivi che vogliono mettere a disposizione il loro tempo, la loro energia e le loro capacità nell’ambito della cultura, delle scienze e dell’educazione; sostenere la promozione e la tutela del patrimonio culturale e ambientale italiano, che è anche uno dei grandi temi che l’UNESCO promuove a livello internazionale; infine, sviluppare le opportunità di incontro, di confronto e di collaborazione tra i giovani: in questo senso l’Associazione si sta impegnando per favorire sempre di più il dialogo interculturale. 

In una contemporaneità così tecnocentrica, i giovani hanno ancora a cuore, secondo lei, la cultura, il patrimonio e l’arte?
I giovani hanno un grande bisogno di esprimersi attraverso i linguaggi dell’arte e della cultura, e anche di ricevere attraverso l’arte e la cultura gli stimoli per vivere la loro quotidianità. Ma il punto è: di quale cultura, di quale arte stiamo parlando? E soprattutto: quali sono i linguaggi che i giovani utilizzano e richiedono? La sfida della nostra associazione è aiutare l’UNESCO a declinare la sua mission in maniera più vicina al sentimento dei giovani. Quello che ho potuto constatare, negli anni, è che all’interno delle scuole e delle università, ad esempio, non sempre le varie organizzazioni, anche le più dinamiche, riescono a dar voce ai giovani, che hanno, a volte, un’idea diversa di arte e di cultura. Quel che nel nostro piccolo cerchiamo di fare è di ridurre la distanza tra promozione di una cultura per così dire tradizionale e bisogno dei giovani di una cultura più vicina al loro modo di vivere.

In che modo è possibile ridurre questa distanza?
Dando ai giovani, ad esempio, l’opportunità di raccontare quello che considerano il “loro” patrimonio culturale, e allo stesso tempo incoraggiandoli a crearne uno nuovo, da lasciare poi alle generazioni future. Un esempio, su tutti: in collaborazione con il Miur stiamo sviluppando, da ormai due anni, UNESCOEdu, un grande progetto che porta i nostri soci nei licei delle varie regioni d’Italia, al fine di realizzare, insieme a studenti e docenti, dei percorsi artistici volti alla produzione, a fine anno scolastico, di mostre chiamate, appunto, “Patrimoni del futuro”.

 La cultura e l’arte possono essere un motore di crescita e di sviluppo per il nostro paese?
Lo sono e – aggiungo – lo sono sempre stati. Forse l’Italia dovrebbe solo acquisire maggiore convinzione e recuperare un maggiore orgoglio, vista la straordinaria ricchezza del patrimonio che custodisce: solo così potrà ritrovare slancio, solo con questo atteggiamento potrà proiettare il suo patrimonio nel futuro e in un’ottica globale. La nostra industria culturale produce cifre incredibili, ma i giovani non ne sono così consapevoli, non ci credono tanto, anche a causa dell’idea diffusa che il lavoro nel settore cultura sia necessariamente un lavoro no profit, se non addirittura un’attività ludica.  Non è così! Le professioni legate al settore arte e cultura stanno diventando sempre di più una realtà straordinaria. La nostra Associazione vuole dare l’opportunità ai giovani di misurarsi fin da subito in questo importante ambito. 

Perché un giovane dovrebbe iscriversi all’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO?
Perché il lavoro comune di tanti giovani può realmente cambiare le cose. Anche nel piccolo, si possono dare contributi importanti. Il coinvolgimento dei giovani permette senz’altro di migliorare la società in cui viviamo, anche perché abbiamo l’ambizione di consigliare e orientare il lavoro delle grandi istituzioni statali preposte alla cultura. La prossima occasione per incontrarci e confrontarci su questi grandi temi sarà nell’aprile 2019, a Trieste, per il Forum nazionale: sarà il momento in cui la nostra Associazione incontrerà l’Italia!

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