Ue, tassa sui Paperon de’ Paperoni: 130 eurodeputati lanciano la petizione

- di: Barbara Leone
 
Appena un anno fa, 102 super ricchi avevano lanciato un appello ai governi di tutto il mondo per pagare più tasse. Tra loro, Abigail Disney, l’erede di Walt Disney, da tempo in prima linea per reclamare un fisco più giusto. Alla base della missiva, peraltro caduta nel vuoto, l’agrodolce constatazione da parte dei Paperon de’ Paperoni che con la pandemia quasi tutti si erano impoveriti mentre loro no. Anzi, al contrario si erano arricchiti ancora di più. Chissà se si sono ispirati proprio a loro i 130 eurodeputati che hanno firmato una petizione per tassare gli ultra ricchi figli di papà ma soprattutto di mamma Europa. Questa volta, però, non è la pandemia la molla che ha fatto scattare l’ideona (vecchia come il cucco, a dir la verità) ma la cara vecchia, anzi nuova, transizione ecologica.

Ue, tassa sui Paperon de’ Paperoni: 130 eurodeputati lanciano la petizione

In pratica i novelli Robin Hood di Bruxelles in versione green chiedono un'imposta dell'1,5% su patrimoni di almeno 50 milioni di euro. E con i soldi racimolati, dicono, investiamo sulla transizione ecologica. La notizia è rimbalzata dalle colonne del quotidiano Le Monde. “Quello che siamo riusciti a ottenere per le multinazionali, dobbiamo farlo ora per i ricchi”, scrivono l'europarlamentare francese Aurore Lalucq (Socialisti e Democratici, sinistra) e l'economista Gabriel Zucman, promotori della campagna, sull’articolo pubblicato sul giornale francese. Una proposta semplice, dicono loro, volta a ridurre le disuguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale. Il tutto attraverso l’introduzione di un'imposta progressiva sulla ricchezza degli ultra-ricchi su scala internazionale. Come detto, gli autori della petizione accennano all'idea di un'imposta dell'1,5% su patrimoni di almeno 50 milioni di euro, ma affermano che il livello esatto dell'imposta dovrebbe essere deciso “collettivamente e democraticamente”.

Del resto, sostengono gli eurodeputati (soprattutto verdi e di sinistra affiancati da una dozzina di economisti e da Ong internazionali tra cui Oxfam), nel nel 2018 Elon Musk, all'epoca il secondo uomo più ricco del mondo, “non ha pagato un centesimo di tasse federali”. Senza contare che in Francia “le 370 famiglie più ricche sono effettivamente tassate solo del 2 o 3% circa”. La proposta non è così campata per aria, dal momento che, come ricordano i firmatari della petizione, per far fronte a ingiustizie e disuguaglianze, ricordano, “è stato redatto un accordo globale sulla tassazione minima delle multinazionali sotto l'egida dell'Ocse. Sarà efficace su scala europea grazie a una direttiva adottata definitivamente alla fine del 2022”. Tutto scritto nero su bianco e teoricamente sacrosanto e bellissimo. Ma, come altre volte, sicuramente resteranno solo parole, parole, parole…

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