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L’UE rilancia le sanzioni contro Mosca, ma senza l’ombrello di Washington?

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
L’UE rilancia le sanzioni contro Mosca, ma senza l’ombrello di Washington?

La guerra economica tra l’Occidente e la Russia entra in una nuova fase. Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il 16° pacchetto di sanzioni contro Mosca, con nuove misure che puntano a bloccare le entrate del Cremlino e a rendere sempre più difficile il finanziamento della guerra in Ucraina.

L’UE rilancia le sanzioni contro Mosca, ma senza l’ombrello di Washington?

Le restrizioni colpiscono settori strategici come energia, trasporti, commercio e servizi finanziari, con l’obiettivo di strangolare l’economia russa. Ma mentre Bruxelles rilancia la sua strategia di isolamento di Mosca, lo scenario geopolitico è cambiato drasticamente: Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, e con lui un approccio molto più tiepido nei confronti del sostegno all’Ucraina.

La solitudine dell’Europa
Con l’insediamento di Trump, gli equilibri internazionali stanno cambiando rapidamente. Durante la campagna elettorale, il presidente americano ha più volte criticato il livello di aiuti militari ed economici forniti a Kiev, lasciando intendere che il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra potrebbe ridimensionarsi drasticamente.

E infatti, i primi segnali sono già evidenti: Washington ha già iniziato a rallentare l’invio di aiuti militari, mentre cresce la pressione sugli alleati europei affinché siano loro a farsi carico del sostegno all’Ucraina.

Questo significa che Bruxelles non solo dovrà continuare a finanziare lo sforzo bellico di Kiev senza il supporto americano di un tempo, ma dovrà anche gestire le ricadute economiche delle proprie sanzioni senza l’ombrello di Washington.

Sanzioni: funzionano davvero?
Il nuovo pacchetto di misure prevede il rafforzamento delle restrizioni sull’export di tecnologie sensibili, nuove limitazioni nel settore energetico e il rafforzamento dei controlli su banche e istituzioni finanziarie russe.

Ma dopo due anni di guerra e sanzioni, è lecito chiedersi: stanno davvero funzionando?

Se da un lato l’economia russa ha subito colpi pesanti, dall’altro il Cremlino ha dimostrato una sorprendente capacità di adattamento. Mosca ha riorientato il proprio commercio verso la Cina, l’India e altri partner asiatici, sfruttando triangolazioni per aggirare le restrizioni occidentali. Il rublo ha perso valore, ma l’economia russa continua a reggere, grazie anche all’aumento della spesa pubblica e alla ristrutturazione delle sue catene di approvvigionamento.

Intanto, anche l’Europa sta pagando il prezzo di questa guerra economica. Il caro energia, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno colpito l’industria e i consumatori europei, mentre alcuni governi iniziano a mostrare segni di insofferenza.

E ora?
Con Trump alla Casa Bianca e la Russia che continua a resistere, l’Unione Europea si trova davanti a un bivio: continuare sulla linea delle sanzioni e del sostegno all’Ucraina, assumendosi però il peso economico e politico di questa scelta, oppure cercare un nuovo equilibrio in un contesto internazionale sempre più instabile.

La scommessa di Bruxelles è chiara: colpire Mosca, isolare il Cremlino, sostenere Kiev. Ma con gli Stati Uniti sempre più defilati e l’opinione pubblica europea sempre più scettica, il rischio è che la guerra economica diventi un boomerang, lasciando l’UE più vulnerabile di quanto non fosse all’inizio del conflitto.

E a quel punto, con Washington meno coinvolta, chi sarà davvero in grado di gestire il confronto con la Russia?

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