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Ucraina, la guerra si incrocia con la politica occidentale e il convoglio italiano sotto attacco

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Ucraina, la guerra si incrocia con la politica occidentale e il convoglio italiano sotto attacco

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha denunciato “l’assenza di una reazione all’altezza” da parte delle capitali occidentali di fronte ai più recenti attacchi missilistici russi. Le infrastrutture ferroviarie e i nodi energetici colpiti testimoniano che Mosca mantiene l’iniziativa. Kiev, a corto di munizioni e di sistemi di difesa, si trova sempre più dipendente dalle scelte dei propri alleati.

Ucraina, la guerra si incrocia con la politica occidentale

Tra le immagini che hanno colpito l’opinione pubblica internazionale, quella del treno con 110 pacifisti italiani in viaggio verso la Polonia, sfiorato da un bombardamento russo. Non ci sono stati feriti, ma l’episodio mostra come la guerra permei ogni aspetto della vita civile.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha assicurato che i connazionali stanno bene, ma ha ammonito che l’incidente conferma “l’estrema pericolosità di iniziative in zone di guerra”.

La postura di Washington sotto Trump
Con Donald Trump presidente già da diversi mesi, la linea americana verso il conflitto ucraino è mutata: meno enfasi sull’invio di armi, più insistenza sulla necessità di “una soluzione negoziata che tenga conto degli equilibri sul terreno”. Questa impostazione, percepita a Kiev come un disimpegno, ha rafforzato l’impressione che il sostegno occidentale non sia più illimitato.
Il Cremlino interpreta tale evoluzione come segnale di logoramento del fronte transatlantico, incoraggiando la prosecuzione dell’offensiva.

Le divisioni europee e il costo della guerra

In Europa le opinioni divergono: i Paesi dell’Est continuano a spingere per un sostegno militare a Kiev, mentre a Parigi e Berlino cresce la pressione interna per contenere i costi economici e sociali del conflitto. L’incidente del convoglio italiano riporta l’attenzione sulla vulnerabilità dei corridoi logistici che attraversano l’Ucraina e sulla difficoltà di garantire sicurezza anche in aree lontane dal fronte.

Una guerra che sfida la coesione occidentale
La fase attuale del conflitto evidenzia il logoramento non solo militare ma politico. Zelensky punta a tenere unita la coalizione di sostegno, mentre Mosca gioca la carta della pressione a lungo termine.
La sorte della guerra non dipende più soltanto dalle linee del fronte ma dalla capacità di Washington, Bruxelles e delle principali capitali europee di mantenere l’impegno senza fratture. L’episodio del treno dei pacifisti italiani mostra che, a tre anni dall’inizio dell’invasione russa, l’Ucraina resta un campo di battaglia anche simbolico, dove si misurano volontà politiche e resistenza delle opinioni pubbliche.

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