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I controversi perdoni di Trump scatenano la rabbia dell’estrema destra

- di: Marta Giannoni
 
I controversi perdoni di Trump scatenano la rabbia dell’estrema destra

La recente scarcerazione di Enrique Tarrio e Stewart Rhodes, leader di spicco di gruppi estremisti di destra, ha alimentato nuove tensioni negli Stati Uniti. Entrambi sono stati graziati dal presidente Donald Trump dopo aver ricevuto pesanti condanne: 22 anni per Tarrio, leader dei Proud Boys, e 18 anni per Rhodes, fondatore degli Oath Keepers. Le loro condanne derivavano dai ruoli centrali svolti nell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021.

Senza rimorsi e con voglia di vendetta
Dopo il rilascio, né Tarrio né Rhodes hanno mostrato segni di pentimento. Al contrario, hanno espresso sfida e intenzioni di ritorsione contro coloro che ritengono responsabili delle loro condanne. Parlando sulla piattaforma di estrema destra Infowars, Tarrio ha dichiarato: “Ora tocca a noi. Le persone che hanno fatto questo devono sentire la pressione. Devono essere messe dietro le sbarre e perseguite”.
Rhodes ha condiviso sentimenti simili, alimentando preoccupazioni su una possibile rinascita delle attività estremiste. Gli analisti temono che il loro rilascio, unito a una retorica incendiaria, possa galvanizzare i movimenti di estrema destra e polarizzare ulteriormente la nazione.

Il contesto dei perdoni
La decisione di Trump di concedere la grazia a queste figure è stata aspramente criticata da oppositori politici ed esperti legali. Questi perdoni, concessi durante la sua campagna per la rielezione, sono stati interpretati da alcuni come un tentativo di consolidare il supporto tra la sua base di estrema destra.
Questa decisione mina lo stato di diritto e stabilisce un precedente pericoloso”, ha affermato Michael German, ricercatore del Brennan Center for Justice ed ex agente dell’FBI specializzato in terrorismo interno.
I sostenitori di Trump, tuttavia, sostengono che i perdoni siano giustificati, affermando che le condanne erano motivate politicamente. Lo stesso Trump ha difeso le sue azioni durante un comizio a Des Moines, Iowa, dichiarando: “Questi sono patrioti perseguitati ingiustamente da un sistema giudiziario corrotto”.

Un fenomeno preoccupante
La scarcerazione di Tarrio e Rhodes ha riacceso il dibattito sull’influenza dell’estremismo di destra nella politica americana. I Proud Boys e gli Oath Keepers hanno avuto ruoli chiave nell’attacco del 6 gennaio, che ha causato morti, feriti e una condanna diffusa. I loro perdoni arrivano in un momento di crescenti preoccupazioni per la normalizzazione delle ideologie estremiste nel discorso pubblico.
Elizabeth Neumann, ex funzionaria del Dipartimento per la sicurezza interna, avverte che la retorica di Tarrio e Rhodes potrebbe incoraggiare i loro seguaci. “Abbiamo visto come un linguaggio del genere inciti alla violenza. Le loro richieste di vendetta rappresentano una minaccia diretta alla sicurezza pubblica”, ha dichiarato in un’intervista a NPR.

Conseguenze legali e politiche
I legislatori democratici hanno richiesto un’indagine sui perdoni, sostenendo che siano stati motivati politicamente. Il deputato Adam Schiff ha affermato: “Le azioni del presidente sono un chiaro abuso di potere volto a minare le nostre istituzioni democratiche”.
D’altra parte, gli alleati repubblicani di Trump hanno difeso la decisione, descrivendola come una correzione di errori giudiziari. Il presidente della Camera Mike Johnson ha definito i perdoni “un passo necessario per ripristinare la fiducia nel sistema giudiziario”.

Una nazione sull’orlo
La scarcerazione di Tarrio e Rhodes mette in luce le profonde divisioni all’interno della società americana. Con entrambi gli uomini che promettono di “continuare la lotta”, il loro ritorno sulla scena pubblica solleva questioni critiche sull’equilibrio tra libertà di espressione e sicurezza pubblica.
Gli esperti sottolineano la necessità di vigilanza. “Il governo deve adottare misure proattive per monitorare e contrastare le potenziali minacce dei gruppi estremisti”, ha affermato Mary McCord, direttrice esecutiva dell’Institute for Constitutional Advocacy and Protection della Georgetown University.
Mentre la situazione si evolve, una cosa è chiara: la battaglia per l’anima democratica dell’America è tutt’altro che conclusa.


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