Dopo mesi di stallo, sembra esserci un’apertura per il rinnovo del contratto del trasporto pubblico locale (tpl).
I sindacati di categoria e le associazioni datoriali sono stati convocati al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit) per un incontro fissato giovedì 20 marzo alle 11, alla presenza del viceministro Edoardo Rixi (foto). L’appuntamento segue l’approvazione del decreto accise, che ha sbloccato le risorse economiche necessarie per aggiornare il contratto, come confermato da fonti governative.
Tuttavia, non tutti i lavoratori del settore sono soddisfatti. Mentre i principali sindacati – tra cui Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa-Cisal – partecipano ai negoziati, alcune sigle di base hanno annunciato uno sciopero nazionale di 24 ore per venerdì 21 marzo. Cub Trasporti, Sgb, Cobas Lavoro privato e Adl Cobas, infatti, non riconoscono gli accordi in corso e chiedono un aumento salariale di 300 euro, la riduzione dell’orario di lavoro da 39 a 35 ore settimanali e migliori tutele sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le tensioni nel trasporto ferroviario
Intanto, il settore ferroviario non è immune da proteste. Oggi 19 marzo il personale di Ferrovie dello Stato (Fs) incrocerà le braccia per 8 ore, dalle 9 alle 17, su iniziativa di Ugl Ferrovieri, Slm Fast Confsal e Orsa Ferrovie. Lo sciopero, originariamente previsto per 24 ore e promosso anche da Usb (poi revocato), potrebbe causare disagi significativi, con cancellazioni parziali o totali di treni Frecce, Intercity e regionali.
Il gruppo Fs ha già avvertito i passeggeri di possibili ripercussioni, sottolineando che la protesta arriva in un momento già critico per il servizio ferroviario. Questa mattina, un guasto tecnico nel nodo di Milano ha causato ritardi e disagi, come ha ricordato Assoutenti. Gabriele Melluso, presidente dell’associazione, ha commentato: “Lo sciopero è un diritto sacrosanto e uno strumento fondamentale a tutela dei lavoratori, ma è necessario cercare forme di protesta alternative che non penalizzino ulteriormente i cittadini, già alle prese con guasti e cantieri di ammodernamento”.
Il nodo delle risorse e il ruolo del governo
Il decreto accise, approvato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri, rappresenta un passo cruciale per il rinnovo del contratto del tpl. Tuttavia, le risorse stanziate non sembrano sufficienti a placare le rivendicazioni di tutti i lavoratori. Secondo fonti sindacali, il rischio di ulteriori proteste rimane alto, soprattutto se le trattative non porteranno a soluzioni condivise.
“Siamo pronti a discutere, ma non possiamo accettare compromessi al ribasso”, ha dichiarato Marco Di Stefano, segretario generale di Cub Trasporti. “I lavoratori del trasporto pubblico meritano condizioni dignitose e un riconoscimento adeguato del loro ruolo essenziale per il Paese”.
La situazione resta delicata
Mentre l’incontro al Mit potrebbe segnare una svolta, la situazione resta delicata. Da un lato, il governo e i sindacati maggiori cercano di chiudere la trattativa in tempi rapidi, dall’altro, le sigle di base continuano a premere per ottenere maggiori concessioni. Nel frattempo, i passeggeri si trovano a fare i conti con disagi e incertezze, in un settore già messo a dura prova da carenze strutturali e investimenti insufficienti.
Giovedì potrebbe essere un giorno decisivo per il futuro del trasporto pubblico in Italia. Ma, come dimostrano le proteste in programma, la strada verso un accordo definitivo è ancora lunga e irta di ostacoli.