Torino, nuova tecnica robotica per la sordità profonda: rivoluzione all’Ospedale Martini

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 

FOTO (cropped): F Ceragioli - CC BY-SA 3.0

Un’innovazione importante nel trattamento della sordità profonda arriva dall’Ospedale Martini di Torino, dove è stata eseguita con successo una nuova tecnica chirurgica robotica per l’impianto cocleare. Si tratta di un intervento pionieristico che, per la prima volta in Italia, impiega un sistema robotico avanzato, progettato per garantire una maggiore precisione, sicurezza e riduzione del trauma chirurgico. L’équipe di otorinolaringoiatria dell’ospedale, guidata dal professor Roberto Albera, ha introdotto questa tecnologia con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da sordità profonda, offrendo nuove opportunità di ascolto e comunicazione.

Torino, nuova tecnica robotica per la sordità profonda: rivoluzione all’Ospedale Martini

L’impiego del robot consente un’inserzione millimetrica dell’elettrodo cocleare, minimizzando il rischio di danneggiamento delle delicate strutture dell’orecchio interno e preservando le capacità uditive residue. L’operazione è stata eseguita con successo su un paziente adulto e i primi risultati clinici mostrano un netto miglioramento delle sue capacità uditive post-operatorie. “Grazie alla robotica, possiamo effettuare interventi più precisi e meno invasivi, riducendo i tempi di recupero e migliorando la qualità dell’ascolto,” ha spiegato Albera, sottolineando come questa tecnologia rappresenti un’evoluzione rispetto alle tecniche tradizionali.

Sordità profonda: l’importanza della diagnosi precoce

L’innovazione tecnologica in campo chirurgico si inserisce in un contesto più ampio di progresso nella diagnosi della sordità profonda. Negli ultimi anni, la diagnosi precoce della sordità nei neonati ha subito un’accelerazione grazie allo screening neonatale uditivo, una pratica oggi diffusa in tutto il territorio nazionale. Ogni anno in Italia, circa 1-2 bambini ogni mille nascono con una forma di sordità, e la tempestività nell’identificazione del problema è cruciale per garantire un intervento efficace.

Secondo il professor Albera, diagnosticare la sordità nei primi giorni di vita consente di intervenire con impianti cocleari o altre soluzioni audiologiche prima che il deficit uditivo comprometta lo sviluppo del linguaggio. “L’età ideale per l’intervento è intorno ai 12 mesi, poiché il cervello del bambino è ancora altamente plastico e può sviluppare le capacità linguistiche in modo quasi naturale,” ha spiegato l’audiologo. La tempestività dell’intervento, combinata a un adeguato percorso di riabilitazione, permette ai bambini di integrarsi nella società senza particolari difficoltà comunicative.

Come funziona l’impianto cocleare

L’impianto cocleare è un dispositivo elettronico sofisticato progettato per bypassare le cellule sensoriali danneggiate dell’orecchio interno e trasmettere direttamente il segnale al nervo uditivo. Esso è composto da due parti principali: una esterna, che cattura e processa i suoni, e una interna, impiantata chirurgicamente, che stimola elettricamente il nervo.

L’introduzione della tecnologia robotica nella chirurgia dell’impianto cocleare ha portato significativi vantaggi clinici. La precisione dell’inserimento dell’elettrodo è essenziale per ottenere risultati ottimali, poiché una posizione errata potrebbe compromettere l’efficacia dell’impianto e ridurre la qualità del suono percepito dal paziente. L’approccio robotico consente di minimizzare il trauma chirurgico, ridurre il dolore post-operatorio e abbreviare i tempi di degenza, permettendo ai pazienti di tornare più rapidamente alla loro routine quotidiana.

Un futuro più accessibile per la chirurgia otologica

L’esperienza dell’Ospedale Martini di Torino segna un importante passo avanti nel panorama della chirurgia otologica italiana. L’introduzione della robotica rappresenta un punto di svolta, non solo per il trattamento della sordità profonda, ma anche per la possibilità di applicare tecniche simili ad altre patologie otologiche. L’obiettivo è quello di rendere queste tecnologie sempre più accessibili e disponibili in altri centri ospedalieri, garantendo a un numero maggiore di pazienti l’accesso a cure innovative e altamente efficaci.

Secondo gli esperti, l’utilizzo di strumenti robotici potrebbe essere esteso ad altre operazioni di microchirurgia dell’orecchio, come la rimozione di tumori o la ricostruzione di strutture ossee danneggiate. “Questa tecnologia apre nuove frontiere in otologia, consentendo interventi su misura per ogni paziente, con una personalizzazione senza precedenti,” ha aggiunto Albera.

L’importanza della riabilitazione post-operatoria

Un elemento cruciale nel percorso di cura è rappresentato dalla riabilitazione post-operatoria. Dopo l’impianto cocleare, il paziente deve affrontare un percorso di adattamento che prevede sessioni di logopedia e training uditivo, necessari per imparare a riconoscere e interpretare i suoni. Questo percorso è fondamentale per ottenere il massimo beneficio dall’impianto, soprattutto nei pazienti pediatrici, che devono sviluppare da zero le competenze linguistiche.

Il professor Albera ha sottolineato come la collaborazione tra specialisti audiologi, logopedisti e familiari del paziente sia essenziale per il successo della riabilitazione. Nei bambini, in particolare, il coinvolgimento attivo dei genitori è fondamentale per stimolare l’apprendimento del linguaggio e migliorare l’interazione sociale.

Un impatto sociale e psicologico significativo

Oltre agli evidenti benefici medici, la possibilità di recuperare l’udito grazie all’impianto cocleare ha un impatto profondo sulla qualità della vita dei pazienti. La sordità profonda non è solo una disabilità fisica, ma incide anche sulla sfera emotiva e sociale, creando difficoltà nelle relazioni interpersonali e limitando le opportunità educative e lavorative. Grazie ai progressi della medicina e all’utilizzo di tecnologie avanzate, molte di queste barriere possono essere abbattute, restituendo ai pazienti la possibilità di partecipare pienamente alla vita sociale e professionale.

Secondo gli esperti, l’adozione su larga scala delle nuove tecnologie chirurgiche potrebbe ridurre i costi a lungo termine per il sistema sanitario, grazie alla maggiore efficacia degli interventi e alla riduzione delle complicanze post-operatorie.

Verso un futuro senza barriere

L’evoluzione della chirurgia otologica, unita ai progressi nella diagnosi precoce e alla crescente diffusione di soluzioni tecnologiche avanzate, offre nuove prospettive per le persone affette da sordità profonda. L’obiettivo finale è quello di rendere questi trattamenti sempre più accessibili, abbattendo le barriere economiche e geografiche che ancora limitano l’accesso alle cure in molte aree del Paese.

Grazie all’impegno di strutture all’avanguardia come l’Ospedale Martini di Torino, la speranza è che sempre più persone possano beneficiare di queste innovazioni e ritrovare la gioia di ascoltare il mondo che le circonda.

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