Tamburi Investment Partners: record storico di risultati non solo dell'azienda ma di tutte le partecipate
- di: Redazione
Il bilancio 2022 segna 139 milioni di euro di utile. Il Vice Presidente e Amministratore Delegato, Alessandra Gritti: “Un valore che abbiamo creato nel tempo e che oggi ci sta dando dei risultati, in particolare anche sul nostro ‘non quotato’. Anche le aziende da noi partecipate che avevano subito contraccolpi dall’effetto Covid sono uscite tutte dalle difficoltà, presentano ottimi risultati e hanno eccellenti prospettive”.
TIP: intervista al Vice Presidente e AD, Alessandra Gritti
Il bilancio 2022 di Tamburi Investment Partners (TIP) è stato particolarmente entusiasmante: 139 milioni di euro di utile…
Il 2022 è stato l’anno record della nostra storia, non solo per i risultati TIP ma per quelli di tutte le nostre partecipate. Mi piace dirlo perché un anno fa eravamo qui e tutti, tranne noi, si fasciavano la testa dicendo che saremmo stati seduti su tutta una serie di difficoltà; le difficoltà ci sono state, le aziende le hanno sorpassate. Il nostro utile deriva in parte da un risultato realizzato perché abbiamo chiaramente valorizzato l’investimento in BE, società di consulenza e software, che è stata venduta a un gruppo che speriamo, in una logica industriale, possa valorizzarla ulteriormente magari con altre aggregazioni sul mercato. Ma l’utile deriva soprattutto dai risultati delle nostre partecipate che sfiorano, a livello di consolidato, 70 milioni di euro circa di apporto al nostro conto economico, per cui il risultato è la sintesi di un valore che abbiamo creato nel tempo e che oggi ci sta dando grandi soddisfazioni in particolare anche sulle nostre aziende private. E per quanto concerne il ‘non quotato’ mi fa piacere dire che Alpitour è una società finalmente proiettata verso il futuro, lascia alle spalle le limitazioni di tutti i temi del Covid e quest’anno farà, ci auguriamo, più di cento milioni di Ebitda. Aggiungiamo Azimut-Benetti, società anch’essa decisamente positiva che sfiora, se non supera, un miliardo di euro di fatturato. E abbiamo una società, Chiorino, che doveva andare in borsa nel 2022 obiettivo che ci auguriamo sarà colto a breve; abbiamo poi Beta che questo anno ha superato i 200 milioni di fatturato e Limonta che è entrata nel nostro portafoglio come leader nel segmento tessile, con già una importante dimensione. Non dimentichiamo inoltre i nostri investimenti nel segmento della innovazione dove anche qui abbiamo aziende che già vantano una importante leadership. Questo mi piace dirlo perché negli ultimi anni abbiamo spesso parlato di aziende nostre partecipate che avevano avuto delle problematiche legate al Covid. Ne sono uscite tutte, anche Eataly che, come noto, è proiettata verso un bellissimo progetto di valorizzazione e di sviluppo con un nuovo azionista. Sono questi, insomma, i motivi alla base dei brillanti risultati 2022 di TIP.
Voi partecipate sia in società quotate che non quotate, ma sempre con un criterio: investite come azionisti di minoranza (più o meno robusta), però sempre in società leader del settore.
Sì, la leadership e il management sono i nostri fattori di successo e credo che questi risultati non ci sarebbero stati se non avessimo parlato di leader. Ciò per due motivi: il leader ha sempre una capacità di anticipare e cavalcare quelli che sono i cicli e le onde, in questi anni anche in maniera più che proporzionale, in positivo; inoltre il coraggio del leader è quello di crescere e di aggregare. Un dato del nostro portafoglio è che le nostre partecipate, dal nostro ingresso, hanno fatto 180 acquisizioni e quindi hanno tutte tanta voglia di crescere, e con sempre un management outstanding. Questa è la nostra ‘ricetta’, che fino ad oggi ha funzionato. Posizioni non di leadership non avrebbero dato questi risultati.
Non vorrei sbagliarmi, ma il ritorno medio per i vostri investitori è stato il 43% medio anno per dieci anni…
Sì, è un track record importante, a maggior ragione per una società quotata e che svolge la nostra attività. Speriamo di continuare e penso che i presupposti a questo punto ci siano tutti. Mi auguro che anche questo inizio 2023, che è un periodo strano, di prudenza (io non amo parlare di recessione anche perché in questo periodo non ci credo), rappresenti un anno di consolidamento dei risultati. Abbiamo capito che la leva del prezzo forse è finita, torneremo a lavorare tanto sui volumi, da qui di nuovo saranno fontamentali le posizioni di leadership per conquistare ulteriori quote di mercato. Sicuramente si torna ad una normalizzazione di costi e dobbiamo osservare che la corsa dei costi è durata un anno circa, dimostrando che tante variabili che a volte impazziscono ritornano sotto controllo forse in tempi più rapidi di quanto in passato non fossimo abituati ad osservare. Nessuno immaginava un ridimensionamento così veloce dei costi energetici, che sono stati molto importanti per qualche azienda nel 2022, ma che per fortuna si sono ridimensionati in termini di valori relativi, e anche in termini di valori assoluti, forse anche prima del previsto. Ed è per questo che dico che questo inizio 2023 ci vede come TIP con una grande positività: i risultati dei primi mesi sono importanti, siamo seduti comunque su budget che confermano almeno i dati di redditività del 2022. Vedo un tema di maggiore prudenza legato al fatto che questo pessimismo che circola in tante sedi deriva dalle politiche monetarie restrittive adottate dalle banche centrali, per cui si torna a parlare di debito e di tassi d’interesse. Le aziende indebitate faranno più fatica perché ci eravamo abituati (ma non noi di TIP perché abbiamo solo aziende senza debito o addirittura con cassa) a un costo del denaro molto basso. Per cui l’effetto leva del rincaro del costo del denaro sull’indebitamento su qualche azienda avrà degli effetti non positivi.
Nella lettera che avete inviato agli azionisti circa i brillanti risultati dell’esercizio 2022 si afferma che gli analisti valutano il target price di TIP a 10-12 euro. Tuttavia, tra il target price indicato dagli analisti e la quotazione reale del titolo TIP c’è un miliardo di euro di differenza. In altre parole, la capitalizzazione del titolo dovrebbe essere, invece di due miliardi, di almeno tre miliardi di euro. Perché questa discrasia?
Il mercato è strano e dobbiamo lavorare per far comprendere bene i nostri risultati e le nostre prospettive. Penso che la nostra abitudine storica di avere solo partecipazioni eccellenti, sia stata la nostra piccola criticità negli ultimi due anni, quando l’effetto Covid ci ha portato ad avere alcuni nei. Mi auguro che, ora che è terminata questa criticità ed esposti i dati 2022 e le previsioni future, ci possa essere di nuovo la giusta valorizzazione del titolo TIP, che sarebbe peraltro una valorizzazione molto tranquilla, assolutamente non di massimi e di picchi, perché la nostra abitudine è lavorare su valori che nel breve potremo effettivamente mostrare e non millantare.
Tornando ai problemi superati, i nei di cui ho parlato sopra derivanti dall’effetto Covid venivano visti su tre partecipate: Alpitour, Eataly e Oviesse (OVS), che erano state particolarmente attaccate dagli effetti della pandemia, mostrando difficoltà; oggi presentano un quadro ben diverso, non solo di piena uscita da quelle difficoltà, ma di risultati positivi e di ottime prospettive di crescita. Abbiamo dei dati strabilianti di Bloomberg per OVS, riconducendo il debito 1 a 1 sull’Ebitda, presentando un cash flow particolarmente positivo e un Ebitda di circa 170 milioni di euro. Abbiamo Eataly, dove è entrato un nuovo socio e con prospettive di forte sviluppo e con un obiettivo di forte valorizzazione. Abbiamo Alpitour che, in questa esplosione del mercato del travel e del leisure, si posiziona come leader. E abbiamo ancora più di un miliardo di nostre risorse da investire. Tutti elementi che, ne sono certa, il mercato saprà ben riconoscere.