Tim: Vivendi mostra la sua irritazione sui conti

- di: Redazione
 
Se l'andamento del titolo Tim fosse legato alla famosa margherita, l'alternanza tra i petali non potrebbe essere limitata solo a ''sale'' e ''scende''. Ci vorrebbe anche ''crolla'', perché, a guardare i conti dell'azienda telefonica, le discese agli inferi di Borsa sono certamente più frequenti delle risalite, spesso conseguenza di rimbalzi tecnici.

Niente, però, sembra scalfire le granitiche convinzioni dell'ad Luigi Gubitosi, che va avanti spedito seguendo le sue idee e non rendendosi conto che ormai Tim è un caso, perché le sue problematiche non sono solo quelle legate all'andamento del titolo o alle traiettorie delle sue strategie, ma ce ne sono anche nel suo rapporto con una clientela.

Tim: Vivendi fa trapelare la sua insoddisfazione per i conti

Tra lunghe attese ai 'numeri dedicati' e per vedere esaudita una lecita istanza, gli utenti di Tim si stanno da tempo chiedendo se è ancora accettabile proseguire in un rapporto in cui l'utente è considerato solo un fornitore di denaro e non altro (come dimostrato dalla vicenda della fatturazione a 28 giorni, su cui il tribunale di Milano ha dato sonoramente torto all'azienda).

Per avere una controprova di questo giudizio negativo dei clienti su Tim, basta andare a vedere i commenti molto seccati che, tra social e chat, piovono quotidianamente su Tim, a firma di utenti che vogliono essere considerati tali e non ''servi sciocchi''.

I risultati dei primi tre trimestri del 2021 non necessitano di alcun commento: ricavi a 11,4 miliardi (-0,4%), Ebitda organico a 4,9 miliardi (-4,4%) e un utile a 0,3 miliardi, non tenendo conto delle partite non ricorrenti.
In altri tempi, con numeri del genere a qualcuno sarebbe stato chiesto di rispondere di questo stato di cose, che resta incomprensibile se si pensa alla grandezza di Tim, per numeri e quindi fatturato e per progetti in atto. Con il susseguente e scontato interrogativo se la fiducia nel suo management sia malriposta.

Ma qualcosa sembra muoversi, non a Milano, ma dalle parti della Senna. Perché Vivendi (con il suo 23,8 l'azionista più importante) pare essere uscita dal regale distacco dalle cose terrene, facendo trapelare - ed è forse la prima volta che lo fa con tanta durezza - la sua insoddisfazione.

Per essere precisi la formula usata - ''L'attuale andamento dei risultati non è in linea con le aspettative'' - in altri tempi avrebbe fatto pensare ad avvisaglie di una chiamata degli attuali vertici di Tim a rispondere delle loro azioni. Insomma, verrebbe da dire, prendendo in prestito il titolo di un libro di John Steinbeck, per Tim, da parte del suo socio più forte, sembra farsi strada ''L'inverno del nostro scontento''. Anche se i toni usati dall'azienda per commentare i risultati dei primi tre trimestri dell'anno sembrano non riuscire a celare soddisfazione e fiducia, tra debiti in calo, ma anche ricavi in diminuzione.
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