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In migliaia a Stonehenge per celebrare il solstizio d’inverno

- di: Anna Montanari
 
In migliaia a Stonehenge per celebrare il solstizio d’inverno

All’alba, nel silenzio interrotto solo dal vento e dai primi canti, Stonehenge è tornata a essere il centro simbolico del solstizio d’inverno. Migliaia di persone si sono radunate davanti al celebre complesso megalitico nel Wiltshire per assistere al sorgere del sole nel giorno più corto dell’anno, trasformando il sito in un grande rito collettivo che intreccia spiritualità, tradizione e richiamo ancestrale.

In migliaia a Stonehenge per celebrare il solstizio d’inverno

Il raduno è iniziato nelle prime ore del mattino, quando le autorità hanno consentito l’accesso straordinario al sito per permettere ai partecipanti di avvicinarsi alle pietre. Un momento atteso, vissuto da molti come un appuntamento annuale irrinunciabile. Tra la folla spiccavano numerosi partecipanti abbigliati con costumi tradizionali ispirati alla cultura druidica: mantelli, tuniche bianche, simboli pagani e corone di foglie, in una rievocazione dei riti legati ai cicli della natura e al ritorno progressivo della luce dopo l’oscurità invernale.

Stonehenge, monumento risalente a oltre 4.500 anni fa, è allineato astronomicamente con i solstizi e rappresenta da sempre un punto di riferimento per le celebrazioni stagionali. Se il solstizio d’estate richiama l’attenzione soprattutto per il tramonto del sole, quello d’inverno è considerato da molti il momento più significativo dell’anno, perché segna simbolicamente la rinascita del sole e l’inizio del suo lento ritorno nel cielo. Per le antiche popolazioni, questo passaggio rappresentava una promessa di continuità e sopravvivenza, un segnale che il buio non avrebbe avuto l’ultima parola.

La celebrazione si è svolta in un clima pacifico e raccolto. Tra canti, meditazioni, suoni di tamburi e lunghi momenti di silenzio, i partecipanti hanno accolto le prime luci dell’alba in un’atmosfera sospesa, carica di significato simbolico. Accanto ai gruppi neopagani e ai druidi moderni, erano presenti anche semplici visitatori e turisti provenienti da diversi Paesi, attratti dal fascino di un appuntamento che unisce archeologia, spiritualità e identità culturale.

L’evento è stato seguito con attenzione anche dalle autorità locali e dagli enti che gestiscono il sito, che hanno predisposto misure di sicurezza e di accoglienza per gestire l’elevato afflusso di persone. L’organizzazione ha permesso lo svolgimento della celebrazione senza incidenti, garantendo il rispetto di un luogo che è patrimonio storico e simbolico di valore mondiale.

Per molti partecipanti, il solstizio d’inverno a Stonehenge non è solo una tradizione, ma un momento di riflessione personale e collettiva. Un’occasione per riconnettersi con la natura, con il tempo e con una storia che attraversa i millenni. Il sorgere del sole tra le antiche pietre ha rinnovato anche quest’anno il legame profondo tra l’uomo e i cicli cosmici, confermando Stonehenge come uno dei luoghi simbolici più potenti d’Europa per celebrare il ritorno della luce.

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