SRM: “Nel 2024, il PIL del Sud crescerà dell’1%”

- di: Barbara Bizzarri
 

Dopo anni in cui è stato considerato un peso, la congiuntura economica del Mezzogiorno, dopo un 2023 positivo (Pil +1,3% rispetto al +0,9% dell'Italia), si conferma in crescita anche nel 2024, contribuendo attivamente alla competitività del Paese: ecco quanto emerge dall'ultimo numero del 'Panorama economico di mezz'estate del Mezzogiorno' pubblicato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo. L’analisi rileva una crescita dell'export: nel primo trimestre dell'anno si registra un +5,8% (in controtendenza con il dato Italia che vede un calo del 3,5%).

SRM: “Nel 2024, il PIL del Sud crescerà dell’1%”

Aumenta l'occupazione: a fine 2023 nel Mezzogiorno si contano 6,3 milioni di occupati, quasi il 27% del totale Italia, con una crescita maggiore del dato nazionale (+3,1%, contro +2,1%). Si rafforza il tessuto imprenditoriale: nonostante un lieve calo delle imprese, cresce il numero delle società di capitale con un +4% nel primo semestre 2024 rispetto al dato 2023 (+3,3% in Italia). Al sud a luglio si contano anche 607 piccole e medie imprese innovative, pari al 21% dell'Italia e in crescita del 16,3% rispetto all'anno precedente (Italia +13,4%); le startup sono il 28,8% dell’Italia, pari a 3702 e, seppur in calo, con performance migliori del dato nazionale (-1,7% contro -7,2%). Indispensabile a questo punto un efficace utilizzo delle risorse disponibili: la nuova Programmazione 2021/2027 è partita, in complementarità con il PNRR la cui attuazione si avvicina agli anni di massima spesa. Ad oggi, infatti, la spesa effettiva è pari a 52,2 mld. (27% delle risorse complessive) mentre il 72% delle imprese del Sud dichiara di essere “abbastanza o molto informato” (69% in Italia) ed il 7% è già coinvolto in progetti ad esso legati (in Italia 12%).

La recente approvazione del Piano strategico della ZES Unica deve fornire ulteriore slancio: lo strumento deve garantire semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali non trascurabili. Ad oggi il grado di conoscenza e partecipazione è ancora basso (il 13% delle imprese meridionali si dichiara molto o abbastanza informato e solo il 3% è già coinvolto; in Italia rispettivamente 4% e 1%). Il Sud si conferma anche serbatoio di energia green del Paese: nell’area si produce oltre il 39% del totale dei GWh generati da fonti rinnovabili con punte nell’eolico che superano il 96%. Aumenta la sensibilità verso il tema ambiente: al Sud si contano 231 Comuni “Rifiuti Free” e il recupero dell’area è significativo con una crescita del 31% nell’ultimo anno (in Italia +11%). Centrale per l’economia è il “terzo settore”: il Sud, ha quasi 100.000 enti No Profit (il 27,5% del totale) in lieve crescita nell’ultimo anno (+0,2%; Italia -0,5%). Le imprese del Mezzogiorno confermano la “grande volontà di investire”, si prediligono scelte più ponderate (e tradizionali), dopo il “rally” evidenziato nell’ultimo triennio: i 2/3 degli investimenti sono di tipo tradizionale e finalizzati a migliorare le potenzialità strutturali.

Il 34% invece è in digitale, sostenibilità e ricerca, contro il 28% medio nazionale. Si conferma il trend positivo del turismo grazie alla componente straniera: con oltre 24,3 milioni di arrivi e 86,1 milioni di presenze si raggiunge quasi la parità con i valori pre-pandemici (99,5%, contro +10,4% in Italia). Le sole presenze straniere hanno già raggiunto il 101% e le previsioni per il 2024 non lasciano dubbi sul pieno recupero di tutti i valori. Porti, Shipping e Logistica driver dell’economia: i porti del Sud servono il 47% del traffico merci del Paese pari a 224 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2023 (-1,4%; in Italia -3,2%) e la ZES Unica, deve poter contribuire significativamente alla crescita della loro competitività.

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