Snam

- di: Germana Loizzi
 

Un progetto da 1,4 mld per la transizione energetica low-carbon. Intervista a Patrizia Rutigliano,
EVP Institutional Affairs, ESG & Sustainability, Communications & Marketing

Snam è una delle principali società di infrastrutture energetiche al mondo ed è attiva nel gas naturale e in nuovi business “green” come la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e il gas rinnovabile. La sostenibilità rappresenta un elemento guida nella definizione delle scelte strategiche ed operative dell’azienda. Quali sono i cardini del vostro modello e quale il processo di governance della sostenibilità?
In Snam fattori ESG (ambientali, sociali e di governance) e sostenibilità nel suo complesso sono pienamente integrati da anni nella strategia dell’azienda. Il nostro modello di governance e pianificazione consente di definire, sviluppare, gestire e monitorare i progetti di sostenibilità che sono strettamente connessi alle attività di business. Questo anche grazie all’individuazione di indicatori chiave e KPI, costantemente monitorati e periodicamente comunicati attraverso la rendicontazione finanziaria ed extrafinanziaria. Pensiamo per esempio agli importanti target sugli impatti ambientali legati alle nostre attività operative, dove Snam si è impegnata a ridurre del 40% le emissioni di metano entro il 2025, per dare un contributo sostanziale alla lotta al cambiamento climatico. Proprio quest’anno Snam è stata la prima società quotata italiana a dotarsi di un Comitato ESG, costituito dai membri indipendenti del board, che con la sua funzione consultiva e propositiva pone un accento ancora più forte sul legame tra performance aziendali e fattori ambientali, sociali e di governance. 

Snamtec è il progetto da 1,4 miliardi di euro di investimenti al 2023 per fare di Snam un’azienda leader nella transizione energetica low-carbon, ad alto profilo tecnologico e sempre più interconnessa con il territorio. Su quali aree si focalizza?
Snamtec è il programma che racchiude gli investimenti finalizzati a incrementare la sostenibilità ambientale del core business di Snam, dunque trasporto, stoccaggio e rigassificazione, ad accelerare l’innovazione tecnologica sulla rete e a dare impulso ai nuovi business legati alla transizione energetica. In tema ambientale, oltre ai già citati target di riduzione delle emissioni di metano, Snam punta ad abbattere del 40% anche le emissioni equivalenti di CO2, sia dirette sia indirette, entro il 2030, grazie all’avvio di centrali ibride elettrico-gas, alla sostituzione di componentistica di rete e all’incremento dell’efficienza energetica. In tema di innovazione, abbiamo avviato il progetto ‘smart gas’ per potenziare la manutenzione dei nostri impianti facendo leva sulle nuove tecnologie e, per quanto riguarda i nuovi business, è stata raddoppiata la quota di investimenti in biometano, mobilità sostenibile ed efficienza energetica (dai 200 milioni del piano precedente a 400).

Nel proprio piano strategico Snam punta con decisione sui gas rinnovabili come il biometano, che si ricava dai rifiuti organici e dagli scarti agricoli e agro-industriali, e l’idrogeno. Quali sono gli obiettivi dell’azienda in questi settori?
Siamo convinti che il gas non sia solo una fonte di transizione, ma possa svolgere un ruolo fondamentale nel mix energetico di lungo termine, dando un contributo decisivo alla decarbonizzazione dei settori in cui l’elettrificazione è più complicata. Ci aspettiamo che nel prossimo futuro le infrastrutture trasportino sempre più gas rinnovabili: il biometano si sta sviluppando rapidamente, anche in Italia, e nel mondo sono in corso numerose iniziative per abbattere i costi della produzione di idrogeno “verde” da eolico e solare mediante elettrolisi dell’acqua, azzerando le emissioni di CO2. Nel biometano, Snam è attiva tramite la controllata IES Biogas, che è una delle più importanti aziende italiane nella realizzazione di impianti, e con Renerwaste, che è stata rilevata recentemente. Per quanto riguarda l’idrogeno, siamo stati la prima azienda in Europa a immetterne un mix nella rete di trasmissione di gas naturale in Campania a servizio di due industrie locali. Siamo impegnati in ricerca e sviluppo per consentire all’idrogeno di giocare un ruolo chiave nella decarbonizzazione, specialmente nei settori cosiddetti ‘hard to abate’ come siderurgico e raffinerie. Nell’ambito del piano al 2023 è stata creata una business unit ad hoc sull’idrogeno.

Il gas naturale è un combustibile competitivo e adatto a molti usi. Può elencarci i principali vantaggi dell’utilizzo di questa fonte energetica per lo sviluppo sostenibile?
Il gas naturale contribuisce a ridurre le emissioni in atmosfera sostituendo i combustibili fossili più inquinanti e attenua al contempo le problematiche di qualità dell’aria. A parità di energia utilizzata, l’anidride carbonica prodotta dalla combustione del gas naturale corrisponde al 25-30% in meno rispetto ai prodotti petroliferi e al 40-50% in meno rispetto al carbone. Il gas naturale è quindi un tassello fondamentale per garantire la progressiva decarbonizzazione del sistema energetico insieme alle fonti rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico. Oltre a sostituire il carbone nella generazione di energia elettrica, il gas trasportato dalla rete Snam può essere compresso e utilizzato come alternativa a diesel e benzina per i veicoli. L’utilizzo di CNG al posto di benzina e gasolio elimina sostanzialmente il particolato e riduce fortemente ossidi di azoto e CO2 ed è in forte crescita anche l’utilizzo di GNL (gas naturale liquefatto) per rendere più sostenibili i trasporti pesanti e quelli via mare. La stessa rete del gas, inoltre, sta diventando sempre più compatibile con l’immissione in futuro di quantitativi crescenti di gas rinnovabili.

Il tema della mobilità sostenibile a gas naturale appare importante nella strategia Snam. In questo settore, nel 2018, avete acquisito Cubogas, che realizza soluzioni tecnologiche per impianti di rifornimento, e state continuando a siglare accordi con IP, Eni e Tamoli per costruire nuovi distributori. Quali sono i prossimi passi?
Oggi in Italia la mobilità a metano è già molto evoluta. Nel nostro Paese viaggiano più di un milione di veicoli a CNG e sono in funzione oltre 1.350 distributori. Per rafforzare questa leadership europea, il piano strategico al 2023 prevede la realizzazione di circa 150 nuove stazioni di rifornimento di gas naturale e biometano per auto, camion e bus e investimenti anche nello sviluppo di infrastrutture di approvvigionamento per la mobilità a GNL per i mezzi pesanti.

Nel 2018 Snam ha avviato il proprio percorso di “finanza sostenibile”. Quali risultati avete riportato e quale valore strategico ha per voi tale scelta?
Il percorso di finanza sostenibile si inquadra pienamente nella strategia di Snam per la transizione energetica. Nella prima metà del 2019 la società ha lanciato il primo Climate Action Bond (da 500 milioni di euro) a livello europeo e il secondo al mondo. I proventi di questa operazione servono a finanziare non solo gli investimenti “green” nel biometano e nell’efficienza energetica, ma anche quelli finalizzati al miglioramento dell’impatto ambientale delle attività “core”. In precedenza, nel 2018, Snam aveva convertito un prestito sindacato da 3,2 miliardi di euro in ‘sustainable loan’, il più grande mai sottoscritto da un’utility del gas. La sensibilità crescente a livello globale sulla transizione energetica è testimoniata anche dai nuovi orientamenti delle politiche di funding, le quali tendono proprio a valorizzare - tra gli altri - progetti nell’idrogeno e nel biometano.

Spacchettando i vari aspetti della sostenibilità, balza agli occhi il progetto ‘Snam4Safety’ per rafforzare la cultura della sicurezza del personale dipendente e dei contrattisti. La diminuzione totale degli infortuni, passati dagli 11 del 2017 ai 7 del 2018 (-36%), dice che si è sulla strada giusta. Quali le azioni concrete previste da ‘Snam4Safety’?
Snam è impegnata nella tutela della salute e nella sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso azioni finalizzate a eliminare o almeno ridurre fortemente i fattori di rischio. Tutte le attività aziendali sono governate con sistemi di gestione certificati secondo la normativa sulla salute e sicurezza sul lavoro e anche i fornitori vengono coinvolti in questi processi di miglioramento continuo. Accanto al consistente impegno realizzato attraverso leve come formazione, innovazione tecnologica, organizzazione del lavoro, l’avvio del progetto ‘Snam4Safety’ nei primi mesi del 2018 ha consentito di rafforzare ulteriormente la cultura e la consapevolezza in tema di sicurezza da parte dei dipendenti e dei contattisti. A ciò si affiancano altre iniziative come il ‘Premio Zero infortuni’ e il ‘Trofeo Sicurezza Appaltatori’.

Rifacendosi alla domanda precedente e restando quindi sul terreno della sostenibilità sociale, può farci un quadro sintetico delle iniziative per la crescita e la valorizzazione dei dipendenti e dell’impegno verso le comunità locali?
La formazione ha un ruolo fondamentale di sostegno al management e a tutta la popolazione aziendale nei percorsi di sviluppo delle competenze manageriali e tecniche, del know-how e dell’innovazione. Il polo di formazione Snam Institute ha erogato nel periodo 2016-2018 oltre 275mila ore di training ai dipendenti dell’azienda. Per quanto riguarda i territori, siamo impegnati a promuoverne lo sviluppo tramite la Fondazione Snam, che ha compiuto i due anni di vita. La Fondazione mira a essere un elemento di connessione tra Snam e il settore sociale, promuovendo partnership e mettendo a disposizione competenze e capacità progettuali. A ottobre, più di 700 persone di Snam hanno dedicato una giornata di lavoro a iniziative di volontariato in oltre 90 onlus su tutto il territorio nazionale. Collaboriamo con Fondazione Cariplo e altri soggetti del terzo settore nel rigenerare le periferie, come dimostra il progetto avviato sul quartiere Corvetto a Milano. Insieme a TEP Energy Solution, la controllata di Snam attiva nel settore dell’efficienza energetica, la Fondazione contribuisce anche alla creazione di boschi urbani per abbattere la CO2 e migliorare la vivibilità, come dimostra l’adesione al progetto “ForestaMi” del Comune di Milano.

In quali, tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) ufficialmente noti come “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, pensati per lo sviluppo globale e promossi dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, il modello Snam è particolarmente attivo in termini di integrazione nel proprio business?
Siamo impegnati a dare il nostro contributo su ciascuno degli obiettivi definiti dall’ONU. A conferma di ciò abbiamo rinnovato l’adesione ai principi del Global Compact e le performance in ambito ESG hanno consentito a Snam di essere inclusa nei più prestigiosi indici di sostenibilità, come il Dow Jones Sustainability World Index e il FTSE4Good. Sei SDGs ci coinvolgono in particolar modo: accesso all’energia, istruzione di qualità, lavoro dignitoso e crescita economica, promozione di innovazione e industrializzazione equa, responsabile e sostenibile e per un’infrastruttura resiliente, supporto per rendere città e comunità sostenibili e lotta al cambiamento climatico. In quest’ottica, a partire dal 2018, Snam nel proprio piano strategico declina gli obiettivi industriali e riporta i risultati anche dal punto di vista degli indicatori ESG.

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