Sicurezza sul lavoro, Inail: "Nel primo trimestre calano gli infortuni ma crescono gli incidenti mortali"
- di: Barbara Leone
Nel primo trimestre 2023 diminuiscono gli infortuni sul lavoro, grazie al calo delle denunce da contagio da Covid, mentre crescono gli incidenti mortali. E’ quanto emerge dagli ultimi dati della sezione “Open data” diffusi dall’Inail. I dati evidenziano che le denunce di infortunio presentate all’Istituto entro il mese di marzo sono state 144.586, in calo rispetto alle 194.106 del primo trimestre 2022 (-25,5%), in aumento rispetto alle 128.671 del 2021 (+12,4%) e alle 130.905 del 2020 (+10,5%), e in riduzione rispetto alle 157.576 del 2019 (-8,2%). A livello nazionale i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano, per il primo trimestre del 2023 rispetto all’analogo periodo del 2022, un decremento dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati dai 176.545 del 2022 ai 124.716 del 2023 (-29,4%), mentre quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un aumento del 13,1%, da 17.561 a 19.870.
Sicurezza sul lavoro, Inail: "Nel primo trimestre calano gli infortuni ma crescono gli incidenti mortali"
Nel marzo di quest’anno il numero degli infortuni sul lavoro denunciati ha segnato un -32,9% nella gestione Industria e servizi (dai 160.813 casi del 2022 ai 107.833 del 2023), un +2,4% in Agricoltura (da 5.866 a 6.006) e un +12,1% nel Conto Stato (da 27.427 a 30.747). Si osservano decrementi degli infortuni in occasione di lavoro in alcuni settori produttivi come la Sanità e assistenza sociale (-76,9%), che comprende l’attività degli organismi preposti alla sanità (Asl) e gli amministratori regionali, provinciali e comunali (-68,6%), e il Trasporto e magazzinaggio (-58,6%). Le Costruzioni (+6,2%) e il comparto manifatturiero (+6,0%) mostrano invece degli incrementi. L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese: più consistente nelle Isole (-31,0%), seguite dal Sud (-30,7%), dal Nord-Ovest (-29,4%), dal Centro (-25,8%) e dal Nord-Est (-17,0%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano, la Campania, la Liguria e il Lazio.
Il calo che emerge dal confronto dei primi trimestri del 2022 e del 2023 è legato sia alla componente femminile, che registra un -40,6% (da 89.130 a 52.956 casi denunciati), sia a quella maschile, che presenta un -12,7% (da 104.976 a 91.630). Il decremento ha interessato sia i lavoratori italiani (-28,5%) sia quelli comunitari (-23,1%) ed extracomunitari (-5,0%). Dall’analisi per classi di età emergono diminuzioni in tutte le fasce, tranne tra gli under 20 (+28,4%) e, in minor misura, tra gli over 74 anni (+4,3%). Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo trimestre 2023 sono state 196, sette in più rispetto alle 189 registrate nel primo trimestre 2022, 11 in più rispetto al 2021, 30 in più rispetto al 2020 e 16 in meno rispetto al 2019. A livello nazionale i dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno evidenziano per il primo trimestre 2023 rispetto al pari periodo 2022, pur nella provvisorietà dei numeri, un decremento dei casi mortali in itinere, scesi da 51 a 48, mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro passano da 138 a 148. L’aumento ha riguardato solo l’Industria e servizi (da 160 a 168 denunce), mentre il Conto Stato (da 9 a 8) è in diminuzione e l’Agricoltura registra 20 decessi come nel primo trimestre 2022. Dall’analisi territoriale emerge un incremento nel Nord-Ovest (da 49 a 60 casi), al Centro (da 45 a 48) e nelle Isole (da 15 a 16), un calo al Sud (da 39 a 31) e una stabilità nel Nord-Est (41 in entrambi i periodi). Tra le regioni con i maggiori incrementi si segnalano il Piemonte (+9), l’Umbria (+6), la Liguria e il Friuli Venezia Giulia (+3 ciascuna), mentre i cali più evidenti sono quelli di Puglia (-6), Toscana (-5), Molise e provincia autonoma di Bolzano (-3 ciascuna). L’aumento rilevato nel confronto tra i primi trimestri del 2022 e 2023 è legato solo alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 165 a 174, mentre per quella femminile si registra un calo, da 24 a 22.
Costanti le denunce dei lavoratori italiani (163 in entrambi i trimestri), in aumento quelle degli extracomunitari (da 18 a 26) e in calo quelle dei comunitari (da 8 a 7). Dall’analisi per classi di età, si registrano aumenti tra gli under 25 (da 13 a 17 casi), tra i 55-64enni (da 59 a 74) e tra gli over 70 (da 3 a 8), e diminuzioni nella fascia 30-49 anni (da 66 a 49). Stabili le altre classi. Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo trimestre del 2023 sono state 18.164, 3.647 in più rispetto allo stesso periodo del 2022 (+25,1%). L’incremento è del 33,7% rispetto al 2021, del 28,8% sul 2020 e del 14,2% rispetto al 2019. I dati rilevati al 31 marzo di ciascun anno mostrano un aumento del 25,5% nella gestione Industria e servizi (da 11.963 a 15.009 casi), del 21,6% in Agricoltura (da 2.457 a 2.987) e del 73,2% nel Conto Stato (da 97 a 168). L’incremento delle denunce interessa il Centro (+31,4%), il Nord-Est (+30,5%), il Nord-Ovest (+28,1%) e il Sud (+25,4%), mentre le Isole registrano un calo (-6,3%). In ottica di genere si rilevano 2.374 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 10.817 a 13.191 (+21,9%), e 1.273 in più per le lavoratrici, da 3.700 a 4.973 (+34,4%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 13.477 a 16.702, pari a un +23,9%) sia quelle dei comunitari, da 374 a 422 (+12,8%), e degli extracomunitari, da 666 a 1.040 (+56,2%). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo trimestre del 2023, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite dalle patologie del sistema respiratorio e dai tumori.
Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2023, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento. Il confronto effettuato su un singolo trimestre, tuttavia, potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi. Per un’analisi più indicativa dell’andamento infortunistico, infatti, sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore, anche per tener conto di eventuali ritardi nelle denunce di infortunio, in particolare di quelle con esito mortale, pervenute all’Inail.