Sangiuliano: sbagliato pensare che il caso finisca in una bolla di sapone

- di: Redazione
 
Forse, tra interviste televisive, con scuse sentite e lacrime annesse, dimissioni irrevocabili e riconciliazione con la moglie, in molti hanno creduto che, come tanti scandaletti o presunti tali delle estati italiane, anche la vicenda dell'ex ministro Gennaro Sangiuliano fosse destinata a perdere d'interesse con il passare dei giorni e l'incombenza di altri e forse più interessanti argomenti di cui discutere.

Sangiuliano: sbagliato pensare che il caso finisca in una bolla di sapone

Un errore, anche grosso, in cui sono incorsi coloro che, soprattutto nel centrodestra, ma non solo, pensavano che l'attenzione morbosa con cui questa vicenda si accompagna da settimane dovesse prima o poi evaporare, perché, in fondo, è nella logica delle cose che dopo i picchi iniziali (tra rivelazioni e ripicche) di coinvolgimento nelle vicende dell'ex ministro e della sua amica/amante/consigliera mancata (le definizioni non sono nostre), la gente avrebbe cominciato a pensare ad altro. Non è così perché questa storia è destinata a trascinarsi, molto più di quanto molti, a cominciare da Fratelli d'Italia, speravano, una volta disinnescato, con le dimissioni di Sangiuliano, il problema di opportunità della permanenza nel governo di qualcuno che, per sentimento o spregiudicatezza, ha fatto degli errori.

E mentre Sangiuliano, con il capo ancora cosparso di cenere, ma non certo disposto a farsi impallinare da supposizioni e sospetti, sembra avere deciso di prendersi un periodo sabatico rispetto alla ribalta pubblica, l'altra protagonista di questo feuilleton di mezza estate, Maria Rosaria Boccia, non sembra disposta a fare un passo indietro. Anzi, tutto il contrario, continuando nello stillicidio di mezze frasi e piene allusioni, giocando con lo strumento dei social con grande sapienza, sempre che sia tutta farina del suo sacco e che non ci sia qualcuno, molto esperto, a darle una mano.

Perché bisogna pure ammetterlo: l'attuazione della strategia di comunicazione di Maria Rosaria Boccia - al netto di quel che si possa pensare su di lei come persona, lasciando il giudizio alla Storia - è un perfetto meccanismo ad orologeria in cui nulla appare improvvisato, persino la ricerca delle immagini con le quali accompagna i suoi testi. E sorprende anche che sin dall'inizio della storia il percorso seguito dall'imprenditrice sembrava tutto fuorché improvvisato o condizionato dalla rabbia del momento, provocata dalla mancata nomina a consigliere per i gradi eventi o forse dal ''foglio di via'' sentimentale cui era diventata destinataria.
Ora, se bisogna ammettere che, quale che sia il disegno che ha in testa, l'imprenditrice lo sta portando avanti bene (almeno dal suo punto di vista), resta da chiedersi, se questa è la strategia, quale sia l'obiettivo primario che Maria Rosaria Boccia si pone.

Se è vero che Gennaro Sangiuliano non ha potuto fare altro che dimettersi - per evitare guai peggiori al governo - , andando incontro anche ad indagini (penali e contabili, dall'esito affatto scontato), a lei questo non basta. Anzi le frasi dette e non dette che centellina danno l'impressione che il meglio (per lei) debba ancora venire. O, se più aggradano le citazioni classiche, ''in cauda venenum'', nel senso che potrebbe avere molte altre cose da dire o, peggio, mostrare.
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