La saga giudiziaria degli Agnelli va avanti, lo dice la Cassazione
- di: Redazione
C'era una volta la casa Reale italiana (gli Agnelli, non quella dei Savoia, che ha perso la possibilità di fregiarsi di questa definizione per quel che ha fatto, non ha fatto e permesso ai primi albori del fascismo) che sembrava camminare un paio di metri sulla terra, per il solo desiderio di non sporcarsi le scarpe.
Una casa Reale che, dall'alto delle colline torinesi, guardava in giù con il distacco che è proprio dei regnanti, magari senza una corona, ma in virtù di quello che, apparentemente, i suoi componenti disprezzavano: il vile denaro. Che però, come il famoso fiume carsico che, dopo avere percorso chilometri e chilometri senza essere visto e torna in superficie, il denaro riacquista la luce, con la sola connotazione che ha, oltre al potere che da esso deriva: l'avidità. Che si divide equamente tra chi ha e tiene tutto per sé e chi non ha e vuole invece avere.
La saga giudiziaria degli Agnelli va avanti, lo dice la Cassazione
In casa Agnelli da anni ormai è in corso una saga intorno all'eredità ''vera'' che hanno lasciato l'Avvocato, prima, e la moglie Marella, dopo. Che sia stata ingentissima lo dice la logica, ma che la sua parte ufficiale sia frutto di alchimie contabili e da Azzeccagarbugli commercialistico lo sostiene Margherita Agnelli.
Cercando di ricostruire questa storia che catapulta gli Agnelli nel novero delle persone normali, tutto ruota come detto innanzitutto sull'eredità di Gianni Agnelli, alla cui morte, nel 2003, Margherita Agnelli e la madre Marella firmarono un accordo, in base al quale la figlia dell'Avvocato entrava in possesso di un cospicuo ''assegno'', facendo così un passo indietro (all'epoca doveva essere definitivo) sulle eventuali future pretese sull'eredità del padre (e quindi anche della madre) che sarebbe passata ai nipoti. Cioè John (presidente di Stellantis), Lapo (imprenditore) e Ginevra Elkan (produttrice e regista).
Ma, nel 2019, alla morte della madre, Margherita Agnelli ha cambiato linea impugnando l'eredità, partendo, sostanzialmente, da un presupposto: l'eredità ufficiale di Marella Agnelli (derivatale dalle sostanze del marito) sarebbe di molto inferiore rispetto alla realtà. Insomma, senza tanto tergiversare, a Margherita Agnelli sarebbero toccate solo le briciole (si fa per dire) rispetto ai figli ai quali sono andati tanti soldini, tra quelli ufficiali e altri frutto di oculate operazioni di schermatura fiscale.
Un tempo, prendendo a prestito il titolo di una telenovela, si diceva che ''anche i ricchi piangono''. Qui verrebbe da dire che, invece, anche i ricchi sfondati sono umani, vivono di passioni, invidie, persino odio.
Almeno a leggere lo scambio di accuse tra Margherita Agnelli e i tre figli avuti dallo scrittore Alain Elkan (dopo il divorzio si è risposata con Serge de Palhen, da cui ha avuto cinque figli).
Accuse che, oltre a quelle legate alla vicenda giudiziaria in corso, sono andate oltre, investendo l'aspetto privato e toccando i rapporti tra madre e figli.
"Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra - ha detto John Elkan - fin da piccoli abbiamo subìto violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Questo ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni".
Margherita Agnelli ha, sin dall'avvio della sua iniziativa giudiziaria, affermato di ritenere che il quadro ufficiale dell'asse ereditario fosse ben diverso da quello reale. Cioè l'accordo che lei firmò con la madre per rinunciare ad altre pretese sull'eredità paterna e materna si basava su dati fasulli o, almeno, infedeli rispetto alla realtà. In pratica, Margherita avrebbe apposto la sua firma su documenti che si basavano su conti non corrispondenti alla vera consistenza della ricchezza personale (o delle aziende di famiglia) di Gianni e Marella Agnelli.
Ora arriva il pronunciamento della Corte di cassazione che, confermando la fondatezza delle motivazioni poste alla base del provvedimento di sequestro, fornisce un assist sostanziale alle tesi della ricorrente, che nel febbraio del 2022 aveva presentato un esposto alla procura di Torino, sulla base del quale sono stati disposti, in tempi diversi, dei sequestri, impugnati dai fratelli Elkan e che sono oggetto della decisione della Corte di cassazione. Quindi il cuore della vicenda giudiziaria è, apparentemente, solo l'accertamento se le dichiarazioni dei redditi di Marella Agnelli tra il 2018 e il 2019 fossero fedeli e se, quindi, l'assegno di cui ha goduto Margherita Agnelli sia stato proporzionale all'effettiva consistenza dell'eredità.