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Trump cede su Taiwan: regalo a Xi, intesa TikTok più vicina

- di: Vittorio Massi
 
Trump cede su Taiwan: regalo a Xi, intesa TikTok più vicina
Trump cede su Taiwan: regalo a Xi, intesa TikTok più vicina
Con una mossa che fa sorridere Pechino, Washington allenta gli aiuti a Taipei e punta alla stretta finale su TikTok. All’Apec l’abbrivio politico, poi il viaggio in Cina. Ma su tariffe, chip e dati la partita resta apertissima.

Washington concede, Pechino incassa. La telefonata tra Donald Trump e Xi Jinping segna una svolta: gli Stati Uniti raffreddano il sostegno militare a Taiwan, mentre sul fronte digitale si aprono progressi concreti su TikTok. È il segnale di un do ut des geopolitico che punta a sciogliere alcuni nodi, senza toccare l’impianto della rivalità strategica.

Che cosa è successo

I due leader hanno concordato un incontro di persona all’Apec in Corea del Sud e, a seguire, una visita in Cina del presidente americano. Nello stesso perimetro diplomatico, la Casa Bianca ha esteso la deadline per definire l’assetto di TikTok negli Stati Uniti al 16 dicembre, per blindare l’architettura finale dell’intesa.

“La chiamata è stata molto produttiva: progressi su commercio, fentanyl, fine della guerra in Ucraina e approvazione dell’accordo su TikTok”Donald Trump, messaggio pubblico.

Il passaggio decisivo su Taiwan

La mossa che sposta gli equilibri è la sospensione di oltre 400 milioni di dollari di aiuti militari a Taipei. È una scelta politica e negoziale che Pechino interpreta come un gesto di distensione sulla sua linea rossa. Per Taipei il segnale è spinoso: meno ossigeno immediato e la necessità di accelerare gli acquisti in autonomia, mentre gli alleati soppesano l’impatto sulla deterrenza regionale.

Da Pechino, il messaggio resta calibrato ma soddisfatto: “Rispettiamo la volontà delle imprese e incoraggiamo trattative solide e basate sulle regole, con un equilibrio di interessi”Xi Jinping, linea comunicata dai media ufficiali. Traduzione politica: il “regalo” su Taiwan crea spazio per chiudere il dossier digitale.

TikTok, algoritmo e controllo: la prova tecnica

Il perno dell’intesa è il riassetto delle attività USA di TikTok in una nuova entità a controllo statunitense, con separazione dei dati degli utenti americani. Il punto più delicato è l’algoritmo di raccomandazione: l’ipotesi in campo è una licenza concessa dal proprietario cinese per garantire continuità al prodotto, senza cedere la chiave industriale del software. Washington pretende muraglie regolatorie contro accessi e ingerenze; Pechino non vuole un precedente espropriativo.

“La posizione della Cina su TikTok è chiara: rispettiamo la volontà delle imprese e le trattative nel quadro della legge, garantendo un equilibrio di interessi”Xi Jinping.

Dazi, chip e terre rare: tregua lontana

Il disgelo è selettivo. Restano in piedi dazi e contro-dazi, i controlli all’export americano su tecnologie sensibili (in primis i chip per l’intelligenza artificiale) e la forza contrattuale cinese sulle terre rare. Il rischio è che l’accordo su TikTok nasca circondato da mine: una crisi tariffaria o un nuovo caso tecnologico può far saltare il fragile equilibrio.

Prossime mosse: l’apec come vetrina

L’Apec diventa la vetrina politica per dare forma pubblica all’intesa su TikTok e fissare la roadmap del viaggio in Cina. Ma la tenuta dipenderà da tre condizioni: governance dell’algoritmo, protezione dei dati, compatibilità politica interna negli Stati Uniti, dove il Congresso vorrà vedere divestiture reali e garanzie verificabili.

Che cosa resta in sospeso

Primo, chi detiene l’ultimo miglio di controllo sull’algoritmo e come viene certificata la non ingerenza. Secondo, la separazione fisica e giuridica dei dati USA da accessi esteri. Terzo, la gestione delle policy dei contenuti in caso di crisi geopolitiche, quando informazione e piattaforme diventano leve strategiche.

Concessione oggi, incertezza domani

Nel breve, Trump ha ceduto su Taiwan e ha offerto a Xi Jinping un dividendo simbolico e sostanziale. In cambio, gli Stati Uniti puntano a incassare una soluzione su TikTok e a riaprire canali economici più ordinati. Ma i nodi strutturali — tariffe, chip, dati, Taiwan — restano lì. Il disgelo c’è, ma è reversibile.

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