• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Fine vita, SSN escluso e no all’eutanasia: cosa cambia

- di: Bruno Coletta
 
Fine vita, SSN escluso e no all’eutanasia: cosa cambia
Fine vita: stop al ruolo del SSN e no all’eutanasia, ma il ddl resta sotto accusa
Al Senato la maggioranza esclude medici, macchinari e farmaci pubblici, rafforza il coordinamento nazionale e ignora la Consulta — alle opposizioni non basta.

La discussione sul disegno di legge sul fine vita torna al Senato con un’intensità nuova: l’ultimo pacchetto di emendamenti dei relatori modifica punti chiave e accende lo scontro politico. La maggioranza ribadisce il no all’eutanasia e vuole tenere fuori il Servizio sanitario nazionale dall’esecuzione materiale delle procedure; le opposizioni evocano la giurisprudenza costituzionale e denunciano il rischio di una tutela a più velocità.

Cosa prevede oggi il testo

È stato accantonato il Comitato nazionale di valutazione di nomina governativa. La verifica dei requisiti passa ora da un doppio vaglio: prima i comitati etici territoriali, con parere non vincolante entro 60 giorni; poi il Centro di coordinamento nazionale, con parere obbligatorio entro altri 60 giorni, prorogabili di 30 per “motivate e comprovate esigenze”.

Viene escluso in modo esplicito che medici, macchinari e farmaci del SSN possano essere impiegati per “agevolare l’esecuzione del proposito suicidario”. Nel testo si ribadisce che “in nessun caso” la legge riconosce alla persona il diritto a ottenere aiuto a morire. Sul calendario, il termine per eventuali sub-emendamenti è fissato al 23 settembre.

Cosa dicono le opposizioni e le critiche

Per il Partito democratico e altre forze di minoranza, l’impostazione viola lo spirito e la lettera della giurisprudenza costituzionale sul suicidio medicalmente assistito. “L’esclusione del Ssn è in contrasto palese e frontale con l’orientamento della Corte”, ha affermato Alfredo Bazoli (Pd), chiedendo una modifica sostanziale del testo.

Le critiche si appuntano su tre effetti: aumento dei tempi per i malati in condizioni gravi, possibile spinta verso il privato con costi a carico dei pazienti e disparità territoriali nelle aree dove l’offerta non pubblica è scarsa.

Cosa dice la Corte costituzionale

La Consulta, negli ultimi anni, ha tracciato un perimetro entro cui, al ricorrere di condizioni rigorose, è possibile il suicidio medicalmente assistito. Il filo rosso è la tutela della dignità del malato e la necessità che il sistema sanitario pubblico garantisca percorsi chiari e controllati. Il testo in esame, tuttavia, viene accusato di allontanarsi da questa cornice, soprattutto laddove esclude in radice l’uso delle risorse del SSN.

Le sfide pratiche e le implicazioni

Tempi e procedure. Il doppio passaggio tra comitato etico locale e coordinamento nazionale può spingere i tempi complessivi fino a cinque mesi. In ambito di cure di fine vita, un mese in più o in meno non è un dettaglio: è la differenza tra una decisione tempestiva e un’attesa estenuante.

Esclusione del SSN. L’uscita della sanità pubblica dalla fase esecutiva crea un bivio: chi ha risorse e prossimità a strutture private può percorrere un iter, chi non le ha rischia di restare senza soluzione. È il terreno su cui le opposizioni parlano di “fine vita per censo”.

L’orizzonte politico: tra mediazioni e scontri

La maggioranza ha fatto un passo indietro sulla governance (niente comitato nominato dal governo) ma ha piantato paletti invalicabili su SSN ed eutanasia. “Il percorso di buona volontà il centrodestra l’ha fatto e qui si ferma”, ha dichiarato Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità, segnalando che ulteriori aperture non sono all’ordine del giorno.

Dall’altra parte, le opposizioni chiedono di riallineare il dettato normativo alla giurisprudenza: “Se il sistema sanitario pubblico si sfila, il diritto diventa inaccessibile per molti”, è l’obiezione che rimbalza tra i banchi democratici e dell’area progressista.

Cosa resta in gioco

Il provvedimento cammina su un crinale stretto. La domanda politica è semplice e cruciale: la legge garantirà dignità eguale a chi non può permettersi alternative private, o consoliderà un impianto con troppi paletti? La risposta arriverà dal lavoro in Commissione nelle prossime settimane, quando si capirà se prevarrà la logica dei divieti o quella delle garanzie effettive per i malati.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 31 record
Pagina
2
05/12/2025
Svolta storica: Tokyo spinge su esportazione armi e aumenta la difesa
Il Giappone alza la spesa militare, apre all’export di armi e rafforza i rapporti con Wash...
04/12/2025
La sinistra e i “moniti” di Francesca Albanese
Francesca Albanese, le reazioni della sinistra italiana dopo l’assalto alla redazione de L...
04/12/2025
Esenzione Imu per gli italiani all’estero: dalla Camera via libera unanime
Una misura che tocca patrimonio, flussi migratori e legame economico con il Paese
04/12/2025
La Russa rilancia il “fine pena a casa” per Natale
Ignazio La Russa punta a un decreto entro Natale per consentire ai detenuti a fine pena di...
04/12/2025
Maduro-Trump, telefonata cordiale nel pieno dell’ultimatum
Analisi approfondita della telefonata tra Nicolás Maduro e Donald Trump, nel pieno delle t...
Trovati 31 record
Pagina
2
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720