Le azioni statunitensi hanno vissuto una settimana difficile, con l’euforia generata dagli eccellenti risultati del principale produttore al mondo di chip per l’IA che è stata poi rapidamente sovrastata dai rinnovati dubbi sulle prospettive per i tagli dei tassi da parte della Fed. I dati sull’attività economica e sull’occupazione hanno infatti continuato a suggerire una tenuta dell’economia statunitense. Alla fine, le azioni tecnologiche hanno aiutato l’S&P 500 ad ottenere un modesto rialzo dello 0,05% durante la settimana (in USD), mentre le small cap statunitensi sono state penalizzate dal rialzo dei tassi obbligazionari, a propria volta alimentato dalla pubblicazione del verbale della riunione della Fed, da cui emerge che la banca centrale statunitense rimane incerta sulle prospettive per l’inflazione; al contrario, le small cap europee hanno performato relativamente meglio. Le prese di profitto in Asia erano prevedibili dopo il forte rialzo degli indici della Cina e di Hong Kong rispetto ai livelli di metà aprile, mentre alcuni dei più significativi balzi dei tassi obbligazionari si sono registrati nel Regno Unito, per effetto della convocazione a sorpresa delle elezioni generali, mentre il tasso decennale giapponese ha toccato nuovamente un massimo dell’1% da 11 anni sulle crescenti aspettative di restrizione della politica monetaria; ciononostante, lo yen ha continuato a perdere terreno nei confronti del dollaro. Infine, la riduzione della domanda da parte degli investitori cinesi ha fatto arretrare l’oro, e scendere anche le commodity (petrolio, rame).
Tra gli appuntamenti di questo 2024 elettorale c’è quello del Regno Unito, che andrà alle urne il 4 luglio. Secondo i sondaggi i laburisti dovrebbero vincere, ma non prevediamo che potranno realizzare grandi cambiamenti nel breve periodo, poiché lo spazio di manovra fiscale è limitato. In Sud Africa l’ANC rischia di perdere la maggioranza che ha mantenuto per 30 anni. Tornando ai mercati, l’inflazione core PCE statunitense sarà seguita con grande attenzione questa settimana: siamo in una situazione in cui buone notizie sulla tenuta dell’economia sono negative per i mercati. Sempre dall’altro lato dell’Atlantico, mentre i CEO delle imprese sono più ottimisti, il 56% degli americani ritiene che l'economia sia in recessione, e, per quanto riguarda le decisioni della banca centrale, prevediamo due tagli dei tassi da parte della Fed quest’anno. Nel Vecchio Continente, invece, il capo economista della Banca centrale europea ha fugato i timori riguardo ai tagli dei tassi prima della Fed. Il programma di un gruppo cinese per un’emissione di obbligazioni convertibili da USD 4,5 miliardi per finanziare il riacquisto di azioni proprie può indicare che la liquidità non è facilmente trasferibile all’estero ; più in generale, le azioni intraprese dalla Cina per supportare il suo settore immobiliare dovrebbero aiutare la crescita economica. Nei mercati, la performance dell’indice S&P 500 è estremamente concentrata, con le «magnifiche 7» che rappresentano il 52% dei guadagni quest’anno e con il 40% delle azioni dell’S&P 500 in flessione da inizio anno a questa parte. Restiamo neutrali sulle azioni statunitensi.