Percezione vs realtà, indagine Ipsos: le persone tendono a sovrastimare dati sociali o economici

- di: Barbara Leone
 
Il divario esistente tra realtà e percezione è, spesso, molto diffuso. A rivelarlo è l’indagine Ipsos condotta in 10 grandi Paesi, tra cui l’Italia, e che ha coinvolto 10.000 rispondenti totali. Attraverso la piattaforma online, Ipsos ha infatti testato le convinzioni delle persone su una serie di questioni sociali, politiche, economiche, di attualità e le abbiamo successivamente confrontate con i dati reali. Dall’indagine emerge che in generale le persone tendono a sovrastimare dati sociali o economici, come ad esempio la percentuale di immigrati o di musulmani presenti nel proprio Paese, l’evoluzione del tasso di omicidi o la ricchezza delle famiglie più abbienti.

Percezione vs realtà, indagine Ipsos

In tutti i Paesi esaminati, per esempio, la quota di immigrati presenti nella società di riferimento è significativamente sovrastimata rispetto alla realtà. In media, il divario tra percezione (24%) e realtà (12%) è molto ampio; situazione che si verifica anche in Italia (21% vs. 11%).  Le percezioni errate sono ancora più evidenti se si considera la presenza di persone musulmane. Mentre la cifra effettiva è del 3%, nei 9 paesi a maggioranza non musulmana (la Turchia è stata esclusa da questa domanda), le persone intervistate stimano che sia superiore al 17%. Questo si manifesta anche in Italia, dove su 100 persone considerate è diffusa la convinzione che il 19% sia musulmana, ma in realtà la percentuale è pari soltanto al 4,8%. È interessante notare che in Turchia abbiamo posto la domanda opposta: "Su 100 persone nel tuo Paese, quante pensi siano cristiane?" e anche in questo caso registriamo una diffusa percezione errata: in Turchia i cristiani sono lo 0,2%, ma la percezione è che essi rappresentino il 16% della popolazione.

Allo stesso modo, la maggioranza delle persone intervistate ritiene che il tasso di omicidi nel proprio Paese sia aumentato dal 2000, mentre è diminuito ovunque ad eccezione degli Stati Uniti. In Italia è il 55% a credere che gli omicidi siano aumentati nell’ultimo ventennio.  La disuguaglianza economica è reale, ma anche in questo caso sovrastimata. In media, la quota di ricchezza totale detenuta dall’1% delle famiglie più abbienti è stimata al 36%, ma il World Inequality Database afferma che è solo al 13%. Una situazione simile si registra anche nel nostro Paese (36% vs. 14%). Le credenze più irrazionali restano confinate a una piccola minoranza, ma coinvolgono più di un quarto del campione. In media, nei dieci Paesi, il 27% dei rispondenti afferma di credere nella stregoneria, il 35% nei fantasmi e il 28% nella chiaroveggenza. Tra tutti i Paesi esaminati, l’Italia rientra tra quelli che mostrano dei bassi livelli di credenza, infatti, il 24% afferma di credere nei fantasmi, il 17% nella stregoneria e il 16% nella chiaroveggenza. Quasi la metà delle persone intervistate è sospettosa nei confronti degli scienziati. Quando si tratta di stabilire se qualcosa è vera o falsa dal punto di vista scientifico, il 49% afferma di fidarsi più della propria esperienza e ricerca personale rispetto alle spiegazioni degli scienziati. Questa percentuale si abbassa in Italia, anche se di poco (42%).

Alcune teorie del complotto relative agli affari mondiali attuali trovano risonanza tra il 15% e il 25% degli intervistati. Un quarto delle persone, in media nei dieci Paesi, crede che esista un progetto organizzato che mira a “sostituire” la popolazione del proprio Paese con immigrati provenienti da altre culture e religioni. Ciò è condiviso anche dal 24% degli italiani e delle italiane.  Più di una persona su cinque (22%) ritiene che "l'attuale governo ucraino sia fortemente infiltrato da gruppi neonazisti", quota che aumenta al 27% in Italia. Una quota minore (18% a livello internale e 20% in Italia) pensa che "gli americani non abbiano mai organizzato missioni spaziali per portare gli uomini sulla Luna” e che "le foto sono false, scattate in uno studio della NASA".

Le percezioni errate sono molto diffuse anche in relazione al cambiamento climatico. Infatti, l’indagine Ipsos evidenzia come le persone tendono a sottovalutare le azioni più efficaci per contrastare le emissioni di gas serra e a sopravvalutare quelle meno impattanti. Le misure più facili da attuare e più vicine alla vita quotidiana sono percepite come quelle che hanno l’impatto maggiore, ma in realtà a volte hanno un effetto più limitato sulla riduzione delle emissioni di gas serra.  Ad esempio, su un elenco di nove azioni proposte, quella selezionata più frequentemente (dal 59% delle persone intervistate nei 10 Paesi esaminati) è stata “riciclare quanti più rifiuti possibile”, anche se in realtà occupa soltanto il settimo posto in termini di impatto reale. Al contrario, le azioni ad alto impatto che richiedono maggiori sforzi sono percepite come meno propense a limitare i danni del riscaldamento globale.  Ad esempio, “avere un figlio in meno” o evitare i voli di lunga durata sono menzionati rispettivamente solo dal 13% e dal 30% delle persone, nonostante siano le due azioni che contribuiscono maggiormente a ridurre le emissioni di carbonio individuali.

La fiducia nella democrazia elettorale rimane un punto di vista maggioritario, ma non con un ampio margine. Il 58% del campione totale (il 56% in Italia) ritiene che "le elezioni nel proprio Paese siano organizzate in modo sicuro e trasparente, garantendo l'affidabilità dei loro risultati". Negli Stati Uniti solo una piccola maggioranza (51%) è d’accordo con questa affermazione. Gli Stati Uniti restano emblematici di questa sfiducia: i risultati delle elezioni presidenziali del 2020 sono tuttora controversi. Il 30% degli intervistati ritiene che l’esito, ovvero la mancata rielezione di Donald Trump, sia legato a irregolarità o manipolazioni. Questa cifra, che è solo del 16% tra gli elettori democratici, sale al 59%, ovvero 6 su 10, tra i repubblicani.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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