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Parlamento riunito, ma si va verso la scheda bianca: nuovo stallo sull’elezione della Consulta

- di: Marta Giannoni
 
Parlamento riunito, ma si va verso la scheda bianca: nuovo stallo sull’elezione della Consulta
Il Parlamento in seduta comune si riunisce per eleggere quattro nuovi giudici della Corte costituzionale, ma l’esito appare già segnato: anche questa volta, si va verso la fumata nera. Secondo quanto emerso da ambienti parlamentari, la maggioranza avrebbe dato indicazione ai propri senatori di votare scheda bianca, segnalando così la mancanza di un accordo tra le forze politiche.

Parlamento riunito, ma si va verso la scheda bianca: nuovo stallo sull’elezione della Consulta

La Corte costituzionale, chiamata a garantire il rispetto della Costituzione e l’equilibrio tra i poteri dello Stato, è composta da 15 giudici. Cinque di questi sono eletti dal Parlamento in seduta comune con una maggioranza qualificata: servono i due terzi dei voti nelle prime tre votazioni, soglia che si abbassa ai tre quinti nelle successive. Questa procedura richiede dunque una collaborazione tra maggioranza e opposizione, rendendo l’elezione un momento cruciale per la politica nazionale.

Il peso della scheda bianca

L’indicazione di votare scheda bianca, una scelta apparentemente neutrale, rivela in realtà l’assenza di un’intesa sui nomi da eleggere. In questo contesto, la scheda bianca diventa un segnale di stallo, un modo per prendere tempo senza esporsi a voti contrari o bocciature. Tuttavia, ogni rinvio aggrava il senso di immobilismo e la percezione di un Parlamento incapace di assumersi responsabilità condivise.

I rischi dello stallo

Il mancato accordo non è solo un problema politico: rallenta il funzionamento della Corte costituzionale, un organo essenziale per garantire la legalità delle leggi e la tutela dei diritti fondamentali. La Consulta, infatti, è chiamata a dirimere questioni di grande importanza, dalla legittimità delle leggi alle dispute tra Stato e Regioni.

Ogni ritardo nell’elezione dei giudici può compromettere l’efficienza della Corte, con ripercussioni sull’intero sistema democratico.

Una crisi di dialogo politico

La scheda bianca riflette anche una crisi più ampia: il crescente divario tra le forze politiche, incapaci di trovare un terreno comune. In un momento in cui il Paese ha bisogno di stabilità e decisioni condivise, il Parlamento sembra bloccato in una spirale di conflitti interni e tatticismi.

Conclusioni: una svolta necessaria

L’ennesima fumata nera sull’elezione dei giudici costituzionali rappresenta un’occasione persa per dimostrare unità e senso di responsabilità. Ora spetta ai leader politici sbloccare la situazione, trovando nomi autorevoli e condivisi che possano garantire il buon funzionamento della Consulta e restituire dignità al Parlamento.

Senza un cambio di rotta, il rischio è che la distanza tra istituzioni e cittadini si approfondisca, minando ulteriormente la fiducia nella politica e nelle sue capacità di rappresentare il Paese.

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