USA, proteste per la morte di George Floyd: cancellato il programma "Cops"

 
I tumulti negli Stati Uniti dopo l'uccisione di George Floyd continuano e la protesta globale, diretta specialmente contro le forze dell'ordine colpevoli di brutalità nei confronti della comunità afroamericana, sta avendo effetti in ogni campo della società.

In pochi giorni sono arrivate le notizie dello smantellamento del reparto di polizia di Minneapolis, città dove la tragedia con protagonista Floyd e l'agente Derek Chauvin ripreso mentre si inginocchiava sul suo collo per quasi 9 minuti, e quella del taglio dei fondi alle forze dell'ordine a New York.

Ma le conseguenze delle proteste iniziano a intravedersi anche in altri settori, come quello dei media: la nuova piattaforma streaming HBO Max ha già annunciato delle modifiche nei suoi contenuti, come la rimozione temporanea di "Via Col Vento" e la rimozione di pistole e fucili per Taddeo e Yosemite Sam, personaggi dei cartoni dei Looney Tunes. Uno dei provvedimenti più significativi però arriva da Paramount Network che con un comunicato ha svelato la cancellazione dello storico programma televisivo "Cops", un reality che segue e racconta il lavoro dei poliziotti in giro per gli Stati Uniti.

La prima puntata della stagione numero 33 di "Cops" era in programma lunedì ma il network, che ne ha acquistato recentemente i diritti da Fox, ha spiegato tramite l'intervista rilasciata da un portavoce a Hollywood Reporter che  lo show non andrà in onda "per via delle proteste dovute alla morte di George Floyd e che al momento non ci sono piani per un suo ritorno".

Una notizia che può sembrare di minima portata ma che ha un valore simbolico molto profondo: "Cops" è stato spesso al centro delle critiche degli spettatori, con l'accusa di glorificare l'operato della polizia anche in situazioni spiacevoli (il programma mostrava praticamente in ogni puntata operazioni di arresto) e rappresentava una sorta di baluardo nella televisione mainstream per una frangia di pubblico che sostiene le forze dell'ordine. Un segnale forte a dimostrazione del cambiamento culturale che è avvertibile negli Stati Uniti giorno dopo giorno.
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