Green pass: dietro le proteste di Roma non c'era solo chi ha devastato

- di: Redazione
 
Non si è trattato di qualcosa da etichettare solo come un brutto sogno, che è accaduto e forse mai più riaccadrà. Perché la piazza che protestava a Roma contro il green pass è stata fagocitata dalla fascia più estrema e violenta della destra e, quindi, chi riteneva di sostenere le sue ragioni solo urlando e innalzando bandiere o cartelloni è stato utilizzato da un gruppo ristretto di persone che cercavano di riaffermare la loro presenza in un panorama politico che, in alcune sue componenti, palesemente degradato.

Manifestazioni No green pass: dietro le proteste non ci sono solo i violenti

Alle proteste, agli attacchi, alle devastazioni fino all'indegno assalto al Pronto soccorso dell'Umberto I, dove si è messa a rischio la vita di persone che aspettavano di essere assistite, non si può però opporre solo la controdeduzione che, essendosi manifestata una deriva violenta, le manifestazioni di Roma siano da ridurre ad una semplice esibizione di muscoli da parte di quelli che, cinquant'anni fa, sarebbero stati definiti i ''torvi mazzieri'' della estrema destra.

Prima e dietro la barriera eretta a furia di botte (tacendo delle provocazioni nei confronti delle forze dell'ordine) c'erano migliaia di persone convinte che scendere in piazza sia il solo modo per esprimere la loro opposizione ad uno strumento - il green pass - che il governo ritiene insostituibile e del quale gli avversatori rilevano solo gli aspetti limitativi delle libertà del singolo e quindi da avversare.

Che Forza Nuova o altri si siano impossessati della piazza è una dinamica ormai collaudata perché il numero di chi protesta serve da schermo per le scorribande di pochi al quale il green pass non si interessa affatto se non per il fatto che è un pretesto per devastare, le cose così come le Istituzioni.
E se si vanno a leggere le parole con cui Forza Nuova non solo rivendica con orgoglio la primazia nelle proteste, ma annuncia una sollevazione violenta del popolo, si ha il quadro inequivocabile di un movimento che ha come fine quello di rovesciare il quadro politico facendo ricorso ad ogni mezzo. A cominciare dalla violenza.
Forse meriterebbe più attenzione non il fatto che a guidare gli assalti siano stati neofascisti (alcuni dei quali in servizio permanente effettivo da decenni dell'estrema destra), quanto che nella bolgia della protesta c'erano anche persone che magari, fino a poche ore prima, erano a casa a discutere amabilmente con i propri familiari e che solo in strada si sono trasfigurate per dirsi contrarie al green pass. Che resta un problema pratico, prima ancora che ''filosofico'' perché la sua imposizione rischia di frenare porzioni del nostro tessuto produttivo e di servizio, capaci di bloccare il Paese in alcune delle sue componenti essenziali.

Il governo ci ha messo la faccia e difficilmente deciderà di fare marcia indietro perché questo darebbe ragione alla piazza, cosa che Forza Nuova sa benissimo e che spera, nel tentativo di intestarsi una vittoria immeritata. Uno Stato non può piegarsi alle ragioni della piazza, ma non può nemmeno ignorarle, posto che non c'è tra chi protesta qualcuno che abbia il rango di interlocutore. La miscela che si è creata, in una componente ancora numericamente infinitesimale del Paese, è molto pericolosa e di essa non può ignorarsi il potenziale esiziale per la stessa democrazia che essa porta in sé. Ma esiste un margine, anche consistente, per ricondurre chi protesta nell'ambito del dialogo civile.

Aggiustamenti al regime del green pass sono possibili e forse anche auspicabili, a sentire cosa dicono non Castellino e compagni, ma rappresentanti delle categorie produttive del Paese. Forse, aprire uno spiraglio al dialogo sarebbe opportuno. Non un cedimento, ma mostrare attenzione alle istanze di tutti. Perché il pericolo vero, quello che si cela dietro i numeri oggi positivi dell'economia, è che ci si culli su una crescita effimera, che non poggia su basi solide, ma solo su un unanimismo politico di facciata che è sempre ad un passo dal disintegrarsi.
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