Come è cambiata e come cambierà la mobilità urbana

- di: Daniele Maver
 
La crescita della popolazione a livello mondiale è avvenuta soprattutto nei grandi centri urbani, dove è passata dal 30% del totale (3.5 miliardi di persone) nel 1950  al 52% nel 2010 ed è prevista arrivare al 66% nel 2050, quando la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi e mezzo. Nelle grandi città la mobilità è un aspetto critico perché incide sulla qualità di vita delle persone a causa del tempo speso nel traffico, dei rumori e della qualità dell’aria.

Come è cambiata la mobilità urbana?

I principali  trend di cambiamento degli ultimi anni sono stati accelerati dalla pandemia ma sembrano destinati a restare (dati ISFORT e Osservatorio Sharing Mobility):

Riduzione del numero e della distanza degli spostamenti, dovuta allo Smart Working e alla crescita delle vendite online

Forte diminuzione dell’uso dei mezzi pubblici, per il rischio di contagio, oggi non ancora recuperata anche per il basso livello di soddisfazione degli utenti

Frenata della crescita del car sharing, sia perché la pandemia ha rivalutato la sicurezza di un veicolo privato, ma anche per le difficoltà oggettive del settore alle prese con danni, truffe e perdite di bilancio

Esplosione della micromobilità, privata e in sharing: oltre al caso delle e-bike che hanno allargato la platea degli utilizzatori, è nato e cresciuto il fenomeno dei monopattini elettrici, diventati l’emblema di una mobilità urbana di corto raggio, agile, flessibile ed ecologica. La forte crescita di questa forma di mobilità ha reso necessario stabilire norme per regolarne l’utilizzo

Crescita delle piste ciclabili a volte vere e proprie piste dedicate, altre semplicemente corsie protette all’interno delle attuali carreggiate

Crescente attenzione verso la sostenibilità e il cambiamento climatico, con una forte spinta verso l’elettrificazione di tutti i mezzi di trasporto urbano, non solo quelli di micromobilità  ma anche delle vetture in sharing e dei mezzi pubblici

La crescita dei mezzi elettrici e in condivisione è stata sostenuta anche dal continuo sviluppo della connettività che consente ad esempio la geolocalizzazione, la ricerca e la prenotazione delle stazioni di ricarica.

A fronte di questi trend attuali qual è il quadro ipotizzabile per lo sviluppo futuro nei prossimi anni della mobilità nei centri urbani? Sicuramente il permanere e l’ulteriore crescita di molti di questi fenomeni, quali l’elettrificazione, la micromobilità e lo sviluppo delle piste ciclabili

A questi sono da aggiungere alcuni altri trend ancora in via di sviluppo:

La riduzione del traffico auto private nelle zone centrali delle città: molte città hanno da tempo stabilito delle congestion charge (Londra, Milano). È evidente che questo deve essere accompagnato da altre misure che consentano alle persone comunque di muoversi, quali ad esempio:

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La presenza di parcheggi di scambio in cui gli abitanti di zone periferiche possano giungere con la propria vettura per poi utilizzare mezzi pubblici, vetture o biciclette in sharing

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Un trasporto pubblico efficiente e connesso che possa dare un livello di servizio soddisfacente

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Una forte crescita delle piste dedicate alla micromobilità

La riduzione dello spazio occupato dalle auto in sosta lungo le strade, ad esempio limitandolo ad un solo lato e non su due (o oltre considerando le auto in doppia fila). Questo potrà essere raggiunto nel tempo attraverso:

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Riduzione degli spostamenti per la stabilizzazione dello Smart Working e delle vendite online

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Riduzione del numero di auto per famiglia dove oltre ad una vettura destinata ai viaggi extra-urbani, le altre vetture potrebbero essere sostituite dall’utilizzo di mezzi in sharing o da altri mezzi di mobilità. Le restrizioni alla presenza nelle città di vetture anziane potranno sostenere questo obiettivo.

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Creazione di parcheggi pubblici o privati nelle aree lasciate libere da attività retail (negozi, magazzini), ridotte a causa delle vendite online, che potrebbero essere utilizzate come garage

    
Sono inoltre da ipotizzare per un futuro meno prossimo ulteriori forme di mobilità che possono contribuire a ridurre il livello di traffico e di inquinamento nelle città:

Le auto a guida autonoma che a livello sperimentale già esistono e che una volta risolti problemi di affidabilità, di fiducia e normativi potranno dare un contributo importante al miglioramento della mobilità urbana

Piccoli aerei a decollo verticale (VTOL vertical take-off and landing) anche elettrici (eVTOL) per specifici spostamenti ad esempio da e verso gli aeroporti, a costi e con impatto ambientale decisamente inferiore agli elicotteri

Infine c’è un aspetto che sarà la chiave dell’ottimizzazione della mobilità urbana e che si concretizza in una parola: “integrazione”. È difficile che una delle forme di trasporto descritte possa da sola risolvere tutti i problemi; un vero passo in avanti verrà da una reale e concreta integrazione di tutte le varie forme di trasporto, mettendo al centro  l’utente con le sue esigenze.
Si tratta di quella forma di integrazione che viene chiamata
Mobility as a Service (MaaS), già sviluppata in altre città europee (ad es. Helsinki e Berlino)  e di cui di recente ha iniziato ad occuparsi anche il Ministero dell’Innovazione Tecnologica, introducendo un bando per lo sviluppo del Maas in Italia: le prime 3 città a partire saranno Milano, Roma e Napoli.

Ma cosa è in concreto il MaaS?  Si tratta di una piattaforma che integra i dati di tutte le risorse (mezzi pubblici, car sharing, parcheggi, micromobilità) con informazioni su orari, percorsi, disponibilità di spazio, eventuali ritardi e un unico sistema di pagamento integrato; l’utente potrà pianificare e pagare con un click il suo percorso, prenotando lo spazio in un parcheggio per la sua auto (ed eventualmente la ricarica), facendo il biglietto per un autobus e prenotando un monopattino. Se pensiamo che oggi anche solo per scegliere un mezzo in sharing è necessario accedere a varie piattaforme si tratta sicuramente di una vera rivoluzione che trasformerà il nostro modo di muoversi in città.

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