I ministri Finanze Ue si occupano dell'aumento dei prezzi energetici

- di: Redazione
 
Il mercato del gas di solito non è uno dei temi affrontati dai ministri delle Finanze europei nelle loro riunioni. Ma quando i prezzi per gas ed elettricità aumentano in modo così consistente e repentino, come negli ultimi tempi, occuparsi di queste dinamiche è quasi un obbligo per i ministri, che si riuniscono oggi e domani a Lussemburgo, confermando la preoccupazione dell'Ue.

Ue: i ministri delle Finanze si occupano della crescita dei prezzi energetici

Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha chiesto che l'Unione coordini e raggruppi le contromisure proposte dai singoli Stati membri. In ogni caso, domani la commissione vuole presentare delle raccomandazioni sul delicato problema, anche se appare evidente che, a breve termine, non c'è molto che Bruxelles possa fare per mettere un argine ai prezzi elevati. E, secondo alcuni commentatori, alcune delle cose che i governi ora chiedono all'Ue non sarebbero di aiuto o addirittura potrebbero rivelarsi dannose.

Una delle cose che, con tutta evidenza, appaiono da fare è ridurre drasticamente la dipendenza dal gas naturale dalla Russia e da altri fornitori. Questo è quello che si propone il Green Deal, il programma di protezione del clima dell'Ue, sostituendo i combustibili fossili con fonti di energia verde. Una delle richieste meno percorribili dagli Stati membri all'Ue è che la Commissione agisca contro il fornitore russo Gazprom, accusandolo di manipolare il mercato. Ma, pur tenendo in considerazione le strategia di Gazprom, non si può certo ritenere che una sola società sia responsabile del forte aumento dei prezzi, dopo il lungo inverno, gli impianti di stoccaggio del gas in Europa erano più vuoti di di solito; le turbine eoliche producono meno elettricità di quanto sperato; le centrali elettriche devono pagare di più per i diritti di inquinamento e allo stesso tempo la domanda di energia aumenta con la ripresa.

Le indagini sui comportamenti di Gazprom non cambierebbero questo scenario. Anche l'ipotesi di estromettere gli speculatori dal mercato dei diritti di inquinamento potrebbe essere pericolosa, considerando che i fornitori di energia e le aziende industriali europee devono esibire tali certificati quando emettono gas serra nell'aria. I certificati sono negoziabili determinando il loro prezzo, che a sua volta influisce su quello dell'elettricità dalle centrali a carbone e a gas. Ma la ragione principale alla base di questo aumento dei prezzi è la politica di protezione del clima dell'Ue. Le aziende sanno che Bruxelles ridurrà drasticamente il numero di certificati nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi di risparmio di gas serra. Ecco perché fanno già scorta di diritti prima che diventino inevitabilmente scarsi. Cosa che fa salire i prezzi.
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