Mestieri artigiani: aumentano estetisti, muratori e tassisti

- di: Barbara Bizzarri
 
Negli ultimi cinque anni è cambiata la mappa dei mestieri artigiani nel nostro Paese: più attenzione per la persona, la manutenzione della casa, la mobilità ma anche per la cura del verde e per l’offerta di servizi digitali. Meno spazio a trasportatori, elettricisti, falegnami, servizi di lavanderia, panettieri e idraulici: questo è quanto desunto da Unioncamere e InfoCamere, a partire dai dati del Registro delle Imprese. Un comparto, quello artigiano, che complessivamente conta poco meno di 1,3 milioni di imprese, ovvero il 22 % del tessuto produttivo del Paese.

Mestieri artigiani: aumentano estetisti, muratori e tassisti

In termini assoluti, il mestiere che ha fatto segnare l’espansione più consistente (8.802 imprese in più negli ultimi cinque anni) è quello degli estetisti, in cui sono inclusi i tatuatori e nail shop. A seguire troviamo i muratori (+3.451), i tassisti (+2.339), i serramentisti (+2.234) e i giardinieri (+1.934). Sulla scia della trasformazione digitale crescono anche gli specialisti in servizi ICT (1.317 imprese in più), espressione dei nuovi mestieri legati ad attività come l’e-commerce o la cyber sicurezza. 

I cinque anni fra le tre emergenze globali che hanno segnato il panorama della nostra economia (pandemia, crisi energetica e irruzione del conflitto russo-ucraino), hanno inciso sui mestieri artigiani anche in negativo, riducendo il perimetro numerico di alcune attività. I più colpiti sono stati i piccoli trasportatori, diminuiti di 10.784 unità. A grande distanza seguono gli elettricisti (-4.281), i parrucchieri e barbieri (-4.056) e i falegnami (-3.503).  

Un esame più specifico dei dati consente di rilevare diverse dinamiche: se gli estetisti si confermano il settore con l’incremento più elevato anche in termini relativi (+24,8% nel quinquennio), al secondo posto per crescita più sostenuta salgono i tassisti (+19,2%) e ancora di più emergono gli specialisti ICT (+12,5%) che, dal settimo posto in valore assoluto, conquistano il podio della crescita percentuale. 

Sul fronte opposto della graduatoria, la variazione percentuale più significativa è quella delle imprese di lavanderia diminuite del 21% che, seppur di poco, supera quella dei trasportatori (-20,6%). Nel gruppo dei settori con riduzioni a due cifre troviamo poi i falegnami (-19%), i calzolai (-18,1%) e i panettieri (-10,9%). L’analisi ha inoltre esplorato nel dettaglio alcune caratteristiche delle imprese artigiane riconducibili ai “mestieri”, segnatamente la componente femminile, quella degli under 35 e quella a guida di persone nate al di fuori dei confini nazionali. Ne emerge un quadro più composito delle vocazioni ai mestieri artigiani di queste tipologie di imprenditori, con le donne in forte crescita percentuale tra i tassisti (+33%), i giovani tra gli specialisti ICT (+22,5%) e gli stranieri tra gli estetisti (+56,9%). 

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