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Mfe-Mediaset conquista ProsiebenSat.1 e dà vita al polo tv paneuropeo

- di: Bruno Legni
 
Mfe-Mediaset conquista ProsiebenSat.1 e dà vita al polo tv paneuropeo
Mfe-Mediaset controlla ProsiebenSat.1: nasce il polo tv europeo
Con oltre il 60 % del capitale, Mfe spalanca le porte a un gigante audiovisivo da oltre 300 milioni di spettatori.

(Foto: Amministratore Delegato e Vicepresidente Esecutivo del Gruppo Mediaset).

Un colpo che scuote l’Europa del broadcasting

MediaForEurope (Mfe-Mediaset), guidata da Pier Silvio Berlusconi e controllata da Fininvest, compie un salto strategico: con il conferimento della quota del 15,68 % da parte del gruppo ceco Ppf, Mfe si prepara a superare la soglia del 60 % in ProsiebenSat.1, raggiungendo la maggioranza assoluta nel network con sede a Unterföhring, nell’area di Monaco.

La partita dell’opa

La scalata tedesca è il capitolo conclusivo di una lunga contesa. Ppf aveva messo sul tavolo un’offerta a 7 euro per azione con l’obiettivo di salire al 30 %. L’incremento dei termini proposti da Mfe ha spostato gli equilibri e convinto il mercato: il percorso ha portato prima oltre il 43 % e poi oltre la soglia decisiva. L’esito formale della procedura è atteso nei primi giorni di settembre, a conferma di un’operazione costruita passo dopo passo.

I numeri che contano

Il perimetro combinato abbraccia Germania, Italia, Spagna, Austria e Svizzera: un bacino potenziale di 300 milioni di telespettatori, ricavi superiori a 6,8 miliardi, un margine operativo lordo nell’ordine di 1,37 miliardi e oltre 12 mila dipendenti. Sul fronte finanziario, l’assorbimento del debito di Prosieben resta sotto la soglia comunemente considerata critica (tre volte l’ebitda), mentre l’operazione si appoggia a una capiente linea di credito predisposta in precedenza.

Le sinergie industriali

Il banco di prova è operativo. La valorizzazione del mercato pubblicitario tedesco — il più rilevante in Europa — e l’integrazione con Italia e Spagna sono destinate a generare sinergie tra 183 e 419 milioni entro il 2029. I principali ambiti riguardano raccolta, tecnologia, contenuti e piattaforme digitali: l’obiettivo è un soggetto radicato nei singoli Paesi ma con massa critica europea, capace di misurarsi con Netflix, Amazon e Disney.

Il quadro regolatorio

La fase autorizzativa si è chiusa con rassicurazioni chiave sul rispetto dell’indipendenza editoriale e giornalistica, sulla “germanicità” del network e sulla tutela dell’occupazione. È un equilibrio delicato che coinvolge istituzioni federali e realtà territoriali, con un’attenzione particolare alla pluralità delle voci e alla salvaguardia dell’identità locale.

Un’apertura paneuropea dal sapore industriale

Questa non è una mera operazione finanziaria: è la scommessa di costruire un broadcaster europeo in grado di difendere mercato pubblicitario, tecnologia e contenuti in un ecosistema dominato dallo streaming globale. La massa critica è condizione necessaria ma non sufficiente. La sfida vera si gioca su tre fronti: innovazione di piattaforma, produzione di contenuti originali e monetizzazione digitale su scala continentale. Il ritorno non sarà immediato, ma chi saprà combinare audience nazionale e capacità d’investimento transfrontaliera potrà riscrivere il baricentro dell’audiovisivo europeo.

Resta decisivo il rapporto con i regolatori e con i produttori indipendenti. Se il nuovo perimetro saprà tenere insieme pluralismo, identità dei cataloghi e standard tecnologici condivisi, la promessa di un polo televisivo paneuropeo potrà trasformarsi in un vantaggio competitivo durevole.

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