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Mattarella: “A Gaza un’ostinazione a uccidere”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Mattarella: “A Gaza un’ostinazione a uccidere”
Alla cerimonia del Ventaglio al Quirinale, Sergio Mattarella ha usato parole che suonano come un atto di accusa diretto contro la guerra che da mesi devasta Gaza. Non più incidenti, non più errori involontari: “È difficile vedere un’involontaria ripetizione di errori e non ravvisarvi l’ostinazione a uccidere in maniera indiscriminata”, ha scandito il Presidente della Repubblica. Un’affermazione che non lascia spazio ad ambiguità e che mette in luce come, secondo il Capo dello Stato, la situazione sia diventata “sempre più grave e intollerabile”.

Mattarella: “A Gaza un’ostinazione a uccidere”

Il Presidente ha sottolineato l’aspetto più drammatico della crisi: “Ridurre alla fame un’intera popolazione è un atto disumano”. La carestia che colpisce la Striscia è ormai sotto gli occhi di tutti, con immagini di bambini e famiglie intere ridotte allo stremo. Per Mattarella, ignorare questo dramma equivale a tradire i valori fondamentali della comunità internazionale.

L’allarme sull’antisemitismo

Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha affrontato anche un altro fronte delicatissimo: il ritorno di episodi di antisemitismo in Italia. “È un veleno che riaffiora e che si alimenta anche di stupidità”, ha detto, evidenziando come la guerra in Medio Oriente stia producendo conseguenze anche dentro i confini nazionali. Un invito a non confondere la condanna di una politica con l’odio verso un popolo, e a mantenere ferma la difesa dei valori democratici.

Meloni a Netanyahu: “Ora basta”

In serata, la premier Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Durante la conversazione, la presidente del Consiglio ha insistito “sulla necessità di porre immediatamente fine alle ostilità, a fronte di una situazione insostenibile e ingiustificabile”. Si tratta di una presa di posizione netta, che colloca l’Italia in un atteggiamento di forte pressione diplomatica verso Israele, in linea con una crescente impazienza registrata tra i partner occidentali.

Bruxelles evoca Auschwitz

Il richiamo all’emergenza umanitaria è arrivato anche dall’Unione Europea. La vicepresidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera, ha tracciato un parallelo che ha suscitato emozione e polemiche: “Le scene di persone che muoiono di fame ricordano quelle di altri momenti tragici della storia, come la liberazione di Auschwitz”. Parole pesanti, che rimandano all’Olocausto e che intendono scuotere l’opinione pubblica europea e mondiale.

I Paesi che guardano alla Palestina

Sul fronte diplomatico, il conflitto sta spingendo diversi Paesi a riconsiderare i propri rapporti in Medio Oriente. Dopo Francia e Gran Bretagna, anche Canada, Australia, Finlandia e Portogallo hanno annunciato di valutare il riconoscimento ufficiale della Palestina. Una scelta che potrebbe ridisegnare gli equilibri della regione, dando nuova forza all’Autorità Nazionale Palestinese e aprendo un fronte di pressione politica su Israele.

Il ritorno degli Stati Uniti


Gli Stati Uniti non restano alla finestra. L’inviato speciale Amos Witkoff è rientrato in Israele dopo mesi di assenza. Era lontano dal Paese da gennaio e la sua presenza viene interpretata come un segnale della volontà della Casa Bianca di riattivare i canali diplomatici. Washington non intende lasciare all’Europa la leadership delle trattative e prova a rimettere al centro la propria influenza sulla crisi.

Un richiamo alla coscienza

Il discorso di Mattarella si colloca in questo scenario di tensione globale, ma conserva un significato autonomo e fortissimo. Non è soltanto un monito, ma un atto politico che richiama l’attenzione sul limite oltre il quale la guerra diventa disumanità pura. Per il Capo dello Stato italiano, ciò che avviene a Gaza non è più compatibile con i valori di civiltà su cui si fondano le democrazie.

“Un’ostinazione a uccidere” è l’immagine che resterà di queste parole: una denuncia che oltrepassa i confini della diplomazia e diventa coscienza morale. L’Italia, attraverso la voce del suo Presidente e l’azione del suo governo, vuole dire che non si può più tollerare una violenza che colpisce civili indifesi, donne e bambini. Gaza non è solo un problema lontano: è il banco di prova della credibilità dell’intera comunità internazionale.
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