La nostra biblioteca - Stefano Lucchini e Andrea Zoppini spiegano il ruolo delle banche nell'eurozona

- di: Redazione
 
C'è un'Europa che esiste, ce n'è una seconda che incalza e, infine, ce ne sarebbe un'altra ancora destinata a essere punto di mediazione tra le altre posizioni. Stiamo parlando di quella che, sin troppo sinteticamente, viene chiamata industria bancaria che, in Europa, deve guardare al suo futuro anche - ma forse soprattutto - della situazione che potrebbe determinarsi a seconda che, a delineare il futuro bancario del continente, siano i politici rispetto agli studiosi; siano i fautori del nazionalismo liberale o del sovranismo. Quale che sia la lettura che si dà e quali che possano essere gli esiti di un confronto/scontro che rischia di avere toni accesi (perché nessuno ci sta ad accettare con rassegnazione che le sue idee siano sacrificate sull'altare di quelle del proprio avversario), in soccorso degli europei, senza distinzione di popoli e nazioni, arriva ''Il futuro della Banche'', frutto dell'ormai collaudato binomio formato da Stefano Lucchini ed Andrea Zoppini.

La nostra biblioteca - Stefano Lucchini e Andrea Zoppini spiegano il ruolo delle banche nell'eurozona

''Il futuro delle Banche'' (Baldini & Castoldi - pag.256 - 20 euro), appena arrivato il libreria, è già assurto a ''bibbia'' per chi da neofita cerca di districarsi tra filosofie, canoni e utopie dell'universo bancario, ma anche per gli esperti, che, dal pensiero elaborato da Lucchini e Zoppini, possono trarre interessanti spunti di riflessione.

La linea che i due autori hanno scelto di intraprendere è quella di un atteggiamento non preconcetto, anche perché appare abbastanza evidente l'obiettivo che potrebbero essersi posti, quello di accompagnare e non indirizzare. Certo è che il quadro di partenza sul quale i due autori (Lucchini è Group Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di IntesaSanpaolo; Zoppini è, anche, ordinario di Diritto civile presso il Dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tre) agiscono è quello uscito dalla grande crisi del 2008, che ha determinato il manifestarsi del nazionalismo sovranista.



Un fenomeno che non è una novità assoluta perché, ogni qualvolta un Paese viene colpito da una grave crisi economica, l'attenzione della gente, spesso contestualmente al consenso, si sposta verso chi non viene ritenuto direttamente responsabile, perché all'opposizione e magari anche in posizioni estreme, tali che non lo possono accostare ai responsabili del disastro economico. Uno scenario che, riproponendosi anche in questi anni, sta mutando vecchi equilibri, che sembrano avere come labile confine quello degli interessi nazionali, in difesa dei quali occorre assumere decisioni che, in antitesi netta a quelle del passato, imprimano una sterzata alle politiche, comprese quelle che regolano i rapporti con il mondo delle banche, anche alla luce della normativa del 2014, che ha ridisegnato in chiave sovranazionale il quadro regolamentare della vigilanza bancaria: il Meccanismo di Vigilanza Unico.
Quindi, cosa aspettarsi dalla lettura di ''Il futuro delle Banche''?

L'analisi del ruolo fondamentale, della cospicua discrezionalità e dei poteri ispettivi e sanzionatori nei confronti degli enti creditizi che vengono assegnati alla BCE all’interno del Meccanismo di Vigilanza Unico. Ma anche la disamina di poteri e prerogative che vengono esercitati dalle autorità nazionali, che continuano a svolgere una funzione integrata nella vigilanza europea.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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