Disastro aereo in Corea del Sud: un anno nero per l'aviazione civile
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
La fine del 2024 si tinge di lutto con l’ennesima tragedia nei cieli. All’aeroporto internazionale di Muan, in Corea del Sud, un Boeing 737-8AS della compagnia Jeju Air si è schiantato durante l’atterraggio, provocando la morte di 179 persone. Un disastro che si aggiunge a una serie di incidenti devastanti avvenuti negli ultimi giorni in varie parti del mondo, delineando un quadro allarmante per la sicurezza dell'aviazione civile.
Disastro aereo in Corea del Sud: un anno nero per l'aviazione civile
L’incidente, avvenuto il 29 dicembre, è stato causato da un’avaria al carrello di atterraggio, probabilmente dovuta a un “bird strike”. L’aereo, di ritorno da Bangkok, ha urtato un muro di contenimento dopo essere uscito di pista e si è incendiato. Solo due membri dell’equipaggio sono sopravvissuti, gravemente feriti.
Le scatole nere, recuperate poche ore dopo, saranno fondamentali per chiarire i dettagli di una tragedia che ha lasciato famiglie distrutte e una nazione in lutto. "Il dolore per ogni vita spezzata è immenso", ha dichiarato il presidente facente funzione Choi Sang-mok, che ha dichiarato la contea di Muan zona disastrata speciale.
Canada e Azerbaigian: altri cieli insanguinati
Il disastro di Muan non è un caso isolato. Solo il 28 dicembre, un aereo cargo Antonov An-12 si è schiantato poco dopo il decollo dall’aeroporto di Baku, in Azerbaigian, provocando la morte di tutti e cinque i membri dell’equipaggio. Le prime indagini suggeriscono un possibile guasto al motore, ma non si escludono altre ipotesi.
In Canada, il 27 dicembre, un piccolo velivolo Cessna Citation si è schiantato nei pressi di Calgary durante una tormenta di neve. L’incidente ha causato la morte di sette persone, tra cui un’intera famiglia in viaggio per le festività. Le condizioni meteorologiche avverse sembrano essere il fattore determinante, sollevando interrogativi sull’opportunità di autorizzare il volo.
Un anno da dimenticare
L’ultimo mese del 2024 ha visto una scia di tragedie aeree:
Il 26 dicembre, in Nepal, un ATR 72 della Yeti Airlines è precipitato a Pokhara, uccidendo 72 persone.
Il 24 dicembre, in Brasile, un jet privato è caduto vicino a San Paolo, causando 13 morti.
Il 12 dicembre, un altro Boeing 737 in Russia è stato coinvolto in un atterraggio di emergenza finito in tragedia, con 34 vittime.
Sicurezza sotto esame
Questi eventi sottolineano la fragilità del sistema di sicurezza aerea globale, nonostante i progressi tecnologici. In particolare, l’aumento del traffico aereo e i cambiamenti climatici sembrano incidere sulla frequenza di questi incidenti. Il fenomeno del “bird strike”, come quello che ha probabilmente causato il disastro di Muan, è sempre più comune e richiede una revisione delle politiche di prevenzione.
Il dolore delle famiglie e le reazioni globali
Papa Francesco, durante l’Angelus, ha rivolto un pensiero a tutte le vittime di queste tragedie, mentre compagnie aeree e governi promettono indagini rigorose e supporto ai familiari. La Jeju Air si è pubblicamente scusata, impegnandosi a rispondere all’emergenza, ma il dolore rimane insopportabile per le famiglie colpite.
Questa serie di tragedie non è solo un ammonimento per l’industria aeronautica, ma un richiamo per tutti noi: ogni vita spezzata in volo rappresenta un prezzo troppo alto da pagare.