In arrivo nuove tasse sugli immobili, parte la corsa alle vendite

- di: Redazione
 
Londra è una città cara, lo sanno quelli che ci vengono per visitarla, lo sanno quelli che ci vivono o ci lavorano quotidianamente. Non è una scoperta di oggi, perché è stato sempre così.
Ora, in questa metropoli dove, per la verità, non tutti sono ricchi, si agita uno spettro, che atterrisce veramente perché, a differenza di quelli veri (sempre che esistano), non ci sono ghostbuster da assumere perché al fisco non si riesce proprio a sfuggire.
Parliamo della paura che serpeggia tra i proprietari di case di Londra (ma anche di altre città, anche se nella capitale il fenomeno è più evidente) per l'imminente arrivo di aumenti delle tasse sugli immobili che il governo laburista sarebbe sul punto di decidere, aggiungendo - anche se nessuno ne avvertiva l'urgenza - ulteriore pressione su un settore, quello edilizio, che è in sofferenza da tempo.

In arrivo nuove tasse sugli immobili, parte la corsa alle vendite

Le notizie di queste settimane parlano di proprietari immobiliari di Londra che stanno vendendo, pensando che affittare non sia più così redditizio, a meno di spuntare cifre elevatissime agli inquilini.
Ieri il portale immobiliare Rightmove ha pubblicato una ricerca, secondo cui quasi un terzo (29%) delle case attualmente in vendita nella capitale erano state precedentemente affittate.
Questo picco, secondo il portale, rispecchia un aumento più ampio delle vendite di immobili in affitto in tutto il Regno Unito, dove il 18% di tutte le case in vendita appartengono a questa categoria. Cioè non erano utilizzate a fini abitativi dai proprietari, che li avevano acquistate come investimento.

Anche se ancora non è un fenomeno generalizzato, è un evidente progressivo disinteresse verso l'acquisto come investimento.
A gettare nel panico i proprietari sono state le indiscrezioni sulle future mosse del governo, che prenderanno corpo quando, il 30 ottobre, il cancelliere dello scacchiere, Rachel Reeves, spiegherà la linea che il gabinetto intende portare avanti. Tra le ipotesi c'è quella di un aumento dell’imposta sulle plusvalenze (CGT), misura che potrebbe spingere molti proprietari a vendere.
D'altra parte il primo ministro Keir Starmer ha scelto la linea della chiarezza e dell'onestà quando ha detto che la prossima legge di bilancio sarebbe stata ''dolorosa'', addebitandone la responsabilità al precedente governo che ha lasciato un buco di 22 miliardi di sterline nelle finanze pubbliche, di cui nulla si sapeva.

Nell'attesa dell'ufficialità in molti si stanno ''esercitando'' a fare previsioni sull'ampiezza degli aumenti delle tasse. Una potrebbe riguardare il livellamento della CGT, che la porterebbe in linea con le aliquote differenziate a cui viene riscossa l’imposta sul reddito. Attualmente, i proprietari di immobili in affitto devono pagare sulla vendita della loro proprietà un’aliquota fissa, il 18% per i contribuenti che ricadono in quella base e il 28% per quelli nella fascia più alta. È evidente che l'ipotesi di una parificazione dell'imposta sulle plusvalenze ha gettato nel panico molti proprietari, che vedono materializzarsi aumenti consistenti quando arriverà il momento di uscire dal settore.

Il mercato buy-to-let (comprare per affittare) del Regno Unito, un tempo un’area chiave per la creazione di ricchezza, è stato messo sotto pressione negli ultimi anni in seguito all’abrogazione di diversi incentivi, tra cui l’agevolazione fiscale per gli investitori immobiliari. Si stima che il numero di immobili da investimento e di seconde case sia sceso dell′8,7% rispetto a tre anni fa.
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