Il Lazio anticipa l'Ue: in arrivo il certificato vaccinale

- di: Daniele Minuti
 
L'Unione Europea continua a lavorare per l'introduzione di quello che è stato definito "Green Card", cioè un attestato che dimostri l'avvenuta vaccinazione del cittadino contro il Covid (oppure la sua guarigione dopo aver contratto la malattia) per favorirne la circolazione nei paesi comunitari.
In questo però, sembra che l'Ue sarà anticipata dalla Regione Lazio che ha annunciato, per parola di Alessio D'Amato, la prossima introduzione di un certificato vaccinale che dimostri l'avvenuta immunizzazione dal Coronavirus.

L'assessore regionale alla Sanità ha spiegato: "Per quanto riguarda l'attestato vaccinale, è ufficialmente iniziata la migrazione dei dati contenuti nell'anagrafe verso il fascicolo sanitario elettronico. Adesso per completare questa procedura ci vorranno dei giorni perché serve anche la validazione digitale. Sono stati caricati più di 12.000 profili, compresi quelli delle giornate del 17 e del 18 marzo: questo certificato riporta i dati anagrafici del paziente e le date di prima e seconda somministrazione, oltre alla tipologia di vaccino ricevuto e il suo lotto di produzione. A questo sarà assegnato un codice QR che ne permetta l'identificazione tramite l'utilizzo dell'applicazione "SaluteLazio". L'obiettivo è avere un attestato che possa essere utile più avanti quando ci saranno le disposizioni che il Governo o l'Unione Europea vorranno emanare".

Sul documento, oltre ai dati che ha elencato l'assessore D'Amato, ci sarà anche il sigillo digitale della Regione Lazio per evitare rischio di contraffazioni e un codice Aic. 
Ora c'è attesa per capire quale sarà l'uso effettivo del certificato, innanzitutto sapere se esso sarà legato alle possibili libertà che l'intestatario avrà (ad esempio quella di poter aprire determinate attività chiuse per via delle misure nazionali proprio a chi lo possiede).

Un'iniziativa importante quella della Regione Lazio che continua a essere una di quelle a mantenere un ritmo alto nel numero delle somministrazione dei vaccini (circa 800.000 dall'inizio della campagna). E chissà che l'introduzione del certificato non possa rappresentare un primo passo nella giusta direzione.
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